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I commercianti dicono basta Class action contro i teppisti

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.E forse saranno un po' di più rispetto ai 150 mila euro stimati dai commercianti dell'associazione del Tridente Centro Storico e della Federstrade Roma. Sulle cifre occorrerà aspettare la valutazione tecnica dei danni provocati nei negozi interessati nelle zone della «guerriglia» avviata dall'assessore al Commercio, Davide Bordoni. Per quanto riguarda invece i danni subiti dall'amministrazione capitolina, vale a dire ad esempio cassonetti, segnaletica, panchine e altro, le stime parlano di circa 1,5 milioni di euro. Ci sono poi almeno 15 auto date alle fiamme, tra le quali due del car sharing. Al di là delle cifre, il punto è un altro: chi pagherà? Al momento il sindaco Alemanno ha assicurato i commercianti colpiti dai vandali: «Noi faremo la nostra parte nel bilancio comunale e la stessa cosa cercheremo di ottenere dalla Regione e chiederemo al Governo di prevedere uno stanziamento durante uno dei prossimi Consigli dei ministri». Le spese insomma verranno coperte. Ma i danni? Li dovranno pagare i genitori o i diretti interessati ritenuti responsabili degli atti vandalici, una volta accertati dalla magistratura. Chiaro l'intento del Campidoglio che ha già dichiarato di costituirsi parte civile «contro coloro che hanno provocato incidenti e danneggiamenti». E non solo. Anche la Confcommercio ha già annunciato una class action contro «i delinquenti». Sarà forse questa la vera «giustizia sociale». Far pagare di tasca propria chi, spranga alla mano, ha distrutto praticamente tutto quello che trovava sulla strada. Vetrine, cassonetti, paline delle fermate degli autobus, fioriere, sedie usate come «pallottole». Oggetti che per chi ha l'obiettivo della guerriglia non significano molto e li trasformano in armi. Per la comunità invece significano decoro, servizi e soldi dei contibuenti. Far pagare di tasca propria i vandali è non solo un bel segnale di giustizia sociale e civica ma forse un deterrente più incisivo rispetto a una pena leggera che spesso si traduce in libertà condizionata. Ecco, alleggerire il portafoglio di questi giovani o delle loro famiglie può portare, forse, ad assumersi quella responsabilità personale e collettiva sinora latente.

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