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Il verdetto sullo "scudo" a gennaio

Il presidente della Consulta Ugo De Siervo

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L'udienza sul legittimo impedimento, che riguarda Silvio Berlusconi e i ministri, è stata rinviata a gennaio. Lo ha annunciato ieri il nuovo presidente della Corte Costituzionale, Ugo De Siervo, appena eletto. Nelle settimane scorse era già trapelata l'indiscrezione secondo la quale i giudici si sarebbero riuniti comunque il 14 dicembre ma il verdetto sarebbe slittato al mese successivo. Ieri, invece, è arrivata la decisione di spostarla per «giudicare in un clima più tranquillo» vista la concomitanza con il voto di fiducia al governo in Parlamento. Il rinvio formale dell'udienza pubblica sul legittimo impedimento sarà deciso dalla corte il prossimo 14 dicembre, quando il collegio si riunirà per la prima volta. Tuttavia De Siervo ha già anticipato che lo slittamento sarà probabilmente deciso per la data dell'11 gennaio o per quella del 25. Duplice il beneficio che si avrebbe da questo rinvio: da una parte consentire agli avvocati - parlamentari del premier Berlusconi, Niccolò Ghedini e Piero Longo di partecipare all'udienza pubblica, visto che il 14 dicembre sono impegnati alle Camere per il voto di fiducia al Governo. Inoltre, in questo modo «si avvicina il momento dell'udienza pubblica a quello della decisione» della stessa corte. Infine, sottolinea De Siervo, «ci allontaniamo da un clima politico abbastanza surriscaldato». Il rinvio a gennaio dell'udienza sul legittimo impedimento, ha voluto precisare De Siervo, non è comunque un «regalo» al premier Silvio Berlusconi, i cui tre processi (Mills, Mediatrade e Mediaset) sono rinviati almeno fino all'ottobre 2011 proprio grazie alla legge che la Corte Costituzionale dovrà giudicare. «Non regaliamo niente a nessuno – ha risposto ai cronisti in conferenza stampa il nuovo presidente della Corte Costituzionale – Questo mese in più è indifferente e non cambia nulla». Anche perché, ha fatto notare, «altri hanno argomentato che invece si vuole tenere per un mese il presidente Berlusconi sotto la spada di Damocle». «Credo che questa decisione sarà significativa», ammette De Siervo nell'auspicare che «non ci saranno letture politicizzate» sul verdetto che verrà dalla Corte. Lo slittamento a gennaio (probabilmente l'11, in concomitanza con la decisione sui referendum) avverrà – ripete il neo presidente – «per evitare un eccesso di sovraccarico mediatico» vista «la curiosa coincidenza con il voto di fiducia alle Camere». In gennaio «il clima esterno sarà meno infuocato rispetto al 14 dicembre, quando verrebbero a coincidere due dimensioni diverse, quella politica e quella della Corte, che è bene che non vengano confuse». La Corte – ribadisce – è certamente «sensibile al fatto di non essere confusa con un organo politico: preferiamo giudicare in un clima più tranquillo». La legge, che ha carattere provvisorio di 18 mesi ed è stata approvata a marzo di quest'anno, prevede che il presidente del Consiglio possa invocare il legittimo impedimento a comparire in un'udienza penale, qualora imputato, «in caso di concomitante esercizio di una o più delle attribuzioni previste per leggi o dai regolamenti e delle relative attività preparatorie e consequenziali, nonché di ogni attività, comunque, coessenziale alle funzioni di Governo». Per i ministri, invece, costituisce «legittimo impedimento a comparire nelle udienze dei procedimenti penali quali imputati, l'esercizio delle attività previste da leggi e regolamenti che ne disciplinano le attribuzioni».

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