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La riforma della giustizia accelera

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Loha detto ieri il premier Silvio Berlusconi in collegamento telefonico con una manifestazione del Pdl a Bolzano. Il premier ha rivendicato i risultati del suo governo, a partire dal federalismo grazie al quale, sottolinea «nascerà davvero una nuova Italia, l'Italia delle autonomie». Poi, ha proseguito, «abbiamo assicurato la sicurezza di tutti i cittadini», «abbiamo varato il piano per il sud, ben 100 mld di euro», «siamo al lavoro per la riforma del fisco» e «la riforma della giustizia è pronta e sarà portata al primo Consiglio dei ministri dopo il 14 dicembre». L'impianto della riforma messo a punto dal ministro della Giustizia Angelino Alfano (ieri a Messina per il ventennale della nascita del movimento antiracket di Capo d'Orlando) prevede la separazione delle carriere di giudici e pm e creazione di due Csm. Il punto più importante e anche quello politicamente più discusso è appunto la separazione delle carriere che sarà scritta nella Costituzione, con la conseguente istituzione di concorsi separati per giudici e procuratori, che non potranno più passare dalla sponda di chi fa le indagini a quella di chi giudica. La posizione costituzionale del giudice viene così differenziata da quella del pm: il primo sarà un potere dello Stato; il secondo come un ufficio regolato dalle leggi dell'ordinamento giudiziario. La seconda conseguenza della separazione delle carriere sarà lo sdoppiamento del Consiglio superiore della magistratura. L'ultimissima bozza prevede che entrambi siano presieduti dal Capo dello Stato e che gli eletti siano metà espressione dei magistrati e metà del Parlamento.

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