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Fini ora apre a un Berlusconi-bis

Fini e Berlusconi

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Il Terzo Polo non è un complotto comunista. E soprattutto quelli di Futuro e Libertà non sono dei traditori. Così come nel Pdl non ci sono servi. Gianfranco Fini prova a mettere il silenziatore alla accuse che da giorni gli piovono sulla testa, lanciate da un Silvio Berlusconi più che mai convinto che quella del presidente della Camera sia una battaglia solo contro di lui. Per cacciarlo da palazzo Chigi. Ma Fini – ieri impegnato in una serie di appuntamenti «elettorali» tra Roma, l'università di Chieti e Lanciano – lascia aperto uno spiraglio anche a un Berlusconi-bis: «Non mi interessa chi presiederà il Governo ma cosa vuole fare – spiega ai sostenitori di Fli – Perché non si può più perdere tempo». «Mi auguro che chi ha responsabilità capisca che l'Italia ha bisogno di un Governo che governi, sciolga nodi ed indichi una strada – prosegue – Certo non riesco a capire una cosa: se un deputato che cade non può venire a votare in Parlamento ed il 14 dicembre la sfiducia non passa per il rotto della cuffia come si fa? Si può governare il paese senza una maggioranza degna di tale nome? Auspico che il 15 dicembre si riparta e vengano affrontate questioni che non si possono lasciare a marcire. Altrimenti è un problema di tutti». Ma Gianfranco Fini, davanti alla «sua» platea, non può certo rinunciare agli attacchi al premier. «Berlusconi non si è mai chiesto perché perde pezzi. Chi lo conosce capisce che per lui governare vuol dire comandare. Per questo lo abbandona». Poi un altro affondo: «Non mi è piaciuto come Berlusconi ha liquidato la presentazione della mozione di sfiducia: non c'è alcun complotto della sinistra e comunista. Se va a leggere le firme sotto la mozione scoprirà che si tratta di donne e di uomini che negli ultimi 15 anni hanno collaborato lealmente con lui. Dov'è il complotto comunista?». La musica non cambia in materia fiscale, uno dei cavalli di battaglia del premier. «Se qualcuno pensa che da qui alla fine della legislatura si riesca a ridurre le tasse per le famiglie e per le imprese, quel qualcuno evidentemente crede a Babbo Natale». Una battuta che strappa un sorriso al presidente della Camera che poi sottolinea che «serietà vorrebbe che su questo si dicesse la verità, perché governare significa assumere delle priorità. Non si prende in giro la gente». L'impressione è che Fini continui negli attacchi a Berlusconi ma stia anche preparando una strategia da seguire nel caso il premier riesca a superare la mozione di sfiducia alla Camera. Dentro Futuro e Libertà fanno e rifanno i conti ma la sicurezza di poter mandare «sotto» il governo, nonostante gli annunci e le strilla dei futuristi, non c'è. E se il Cavaliere dovesse rimanere in sella le cose per Fini si complicano assai. Perché si tratterebbe di una sconfitta cocente e perché il presidente della Camera sarebbe costretto a rivedere anche la sua presenza nel Terzo Polo. Nel caso la maggioranza dovesse proseguire il suo cammino è infatti assai probabile che Pier Ferdinando Casini scelga di accettare il «corteggiamento» del Cavaliere. E il terzo Polo si ridurrebbe alla strana coppia Fini-Rutelli. In più Futuro e Libertà ha problemi, pressanti, di soldi. La cena organizzata venerdì sera a Villa Miani da Fli ha raccolto fondi ma meno di quelli previsti. Per partecipare si dovevano pagare mille euro a testa ma alla fine (gli invitati erano 600) per fare numero sono state cooptate tutte le persone dello staff. In più non è passata inosservata l'assenza di tutti i senatori di Fli. Forse è per questo che Gianfranco Fini a quella cena è apparso particolarmente teso.

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