Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Caccia al prof dissidente

Il ministro Mariastella Gelmini

  • a
  • a
  • a

Non ci sono solo quelli che protestano. L'università è piena anche di professori e studenti che si trovano dalla stessa parte del ministro Gelmini. Però sono più silenziosi. E quindi vengono ascoltati di meno. Per questo in molti nei giorni scorsi hanno firmato l'appello lanciato da «Magna Carta», la fondazione del vicepresidente dei senatori del Pdl Gaetano Quagliariello per sostenere il disegno di legge approvato martedì alla Camera. Un sostegno che è stato chiesto a tutto il mondo universitario ma che, secondo i responsabili di Magna Carta, qualche professore sta provando a boicottare. Dando la propria adesione per poi ritirarla subito dopo. Oppure usando toni che, denuncia ancora «Magna Carta», sanno tanto di velata minaccia. Come nel caso, raccontano, di Giovanni Figà Talamanca, ordinario di diritto commerciale alla facoltà di ingegneria di Tor Vergata a Roma. «Personalmente – scrive il professore - non aderisco all'appello e mi stupisco sinceramente che colleghi alcuni dei quali altrimenti stimabili possano appoggiare questo progetto di devastazione dell'Università italiana frutto di un patto scellerato tra l'oligarchia dei rettori e il mondo politico e sindacale». «La "riforma" – prosegue – accentua la gerarchizzazione degli atenei e lo strapotere dei rettori; sottrae alla comunità scientifica i meccanismi del reclutamento, rimettendo tutto alle oligarchie locali; nasconde dietro il polverone della valutazione della ricerca scelte arbitrarie e clientelari; distrugge l'autonomia didattica e scientifica dei giovani studiosi riducendoli ad un precariato senza sbocco; dulcis in fundo, ripropone la promozione ope legis per persone che, in quanto scientificamente validissime, non meriterebbero un trattamento così infamante». A sostenere una posizione completamente diversa, a sostegno della riforma Gelmini, sul sito di Magna Carta ci sono centinaia di adesioni di professori e studenti. Anche se non sono mancate le polemiche. Un fisico, Carlo Cosmelli, ha denunciato di essere stato inserito nella lista a sua insaputa. E ha raccontato che, dopo essere andato a verificare le firme, ha scoperto che sono effettivamente docenti universitari solo 23 dei 44 primi 44 firmatari dell'appello. Immediata la risposta di Magna Carta. «Dispiace dover far notare al professor Carlo Cosmelli che in data 27 novembre, alle ore 20:39, da un account corrispondente a quello indicato sulla sua pagina sul sito de La Sapienza, è stata inviata una email a sua firma a uno degli indirizzi dei promotori dell'appello a sostegno della riforma Gelmini, con scritto «aderisco al commento». Il professore converrà che il testo dell'email, oltre all'oggetto «adesione», ben si prestava ad essere interpretato come volontà di sottoscrivere l'appello. Come pure il professor Cosmelli ammetterà che una sua successiva email con la richiesta di cancellazione dall'elenco dei firmatari ha avuto immediato seguito e riscontro». Ma per Magna carta le parole del fisico Carlo Cosmelli sono anche il tentativo di influenzare coloro che, nel mondo accademico, vogliono sostenere la riforma universitaria del governo. «Chiarito questo punto – spiegano dalla Fondazione – sottolineiamo che le numerose richieste di adesione pervenute ai promotori e alla Fondazione Magna Carta provengono da persone che operano all'interno delle università italiane, ivi compresi giovani ai primi passi della carriera accademica, ai quali evidentemente un riflesso tipico dell'arroganza baronale vorrebbe impedire di manifestare il proprio pensiero». «Questo – conclude Magna Carta – al fine di impedire che una campagna di volgari insinuazioni delegittimi una mobilitazione spontanea evidentemente sgradita ai maestri del privilegio e del pensiero unico, incapaci di rispondere se non con eloquenti insulti di cui sono piene le nostre caselle di posta elettronica e che siamo disponibili a far conoscere al professor Cosmelli e a chiunque altro».

Dai blog