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Merkel chiama Berlusconi per il fondo salva euro

Angela Merkel

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La tenuta economica e monetaria dell'Unione Europea passa anche per il telefono. Ieri bollente tra le cancellerie dei principali paesi Ue sul definitivo via libera agli aiuti per salvare l'Irlanda da un possibile crac finanziario. Così il cancelliere tedesco Angela Merkel dopo aver parlato con il presidente francese Nicolas Sarkozy ha avuto un colloquio telefonico con il premier Silvio Berlusconi per approfondire il tema di nuovo possibile meccanismo anticrisi nell'Eurozona. Berlusconi ha evidenziato le priorità italiane e contribuito alla stesura del documento finale approvato. Uno scambio di opinioni che ha approfondito quanto nei giorni scorsi il presidente del Consiglio aveva discusso con gli stessi Merkel e Sarkozy suella situazione economica in Europa, con particolare riguardo all'euro. Dopo la diplomazia via cavo quella dei ministri finanziari ha di fatto dato il via libera definitivo al piano di salvataggio da 85 miliardi. Al primo ok quello dell'Eurogruppo si è aggiunto quello dell'Ecofin, e cioè dei 27 membri dell'Unione Europea. Il piano triennale di aiuti - come ha spiegato in conferenza stampa il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker - sarà di 85 miliardi di euro, di cui 35 per sostenere il settore bancario. Di questa somma 22,5 miliardi saranno a carico del Fondo salva-Stati (Efsf) e 22,5 a carico del bilancio Ue (Efsm) insieme a Regno Unito, Svezia e Danimarca. Altri 22,5 miliardi arriveranno dall'Fmi, mentre 17,5 miliardi saranno messi a disposizione dalla stessa Irlanda e contribuiranno al sostegno alle banche. Il tasso d'interesse, è stato confermato, sarà vicino al 6%. Le condizioni fissate per la concessione del prestito, ha spiegato Juncker, sono essenzialmente tre: la ristrutturazione del sistema bancario; un «ambizioso» piano di risanamento delle finanze pubbliche per riportare il rapporto deficit-Pil sotto il 3% nel 2015 (oggi è al 32%); la realizzazione di riforme strutturali, in primis del mercato del lavoro, per ridare slancio alla crescita del Paese. Un'Europa sostanzialmente unita per evitare contraccolpi finanziari sui mercati. Questo in sintesi il messaggio emerso dalle parole del commissario europeo per gli Affari Economici Olli Rehn, al termine delle riunioni di Bruxelles: «Siamo perfettamente coscienti delle turbolenze» in corso sui mercati e per questo «abbiamo voluto sgombrare il campo da qualsiasi equivoco», ha spiegato Rehn. «Stavolta l'Europa si è mostrata unita. Ora vedremo domani come reagiranno i mercati» ha detto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, al termine delle riunioni. «Di solito - ha detto Tremonti - lo Stato è più forte del mercato. Ma nel caso dell'Europa è diverso, perché il mercato è unito dai suoi interessi e, a volte, dalla speculazione, e l'Europa è ancora divisa dalle logiche nazionali. Nei giorni scorsi ed oggi (ieri ndr) - ha aggiunto - abbiamo invece lavorato in Europa, con l'Europa e per l'Europa, per realizzare una struttura più forte di prima. Continueremo a lavorare - ha concluso - e ci rivedremo lunedì prossimo», quando è programmata la prossima riunione dell'Eurogruppo.

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