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Gli Usa avvisano i contatti italiani

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seguedalla prima di MAURIZIO PICCIRILLI Ma sono tanti quelli che hanno composto il numero telefonico dell'ambasciata per sapere notizie. Giornalisti, politici di ogni colore, imprenditori, professori universitari: tutti in trepidante attesa. In tanti, infatti, non gradirebbero far conoscere i loro contatti con gli «amerikani». Non solo. In quei report, come ha confermato a Washington il portavoce del Dipartimento di Stato, Philips J. Crowley, ci sono i resoconti di colloqui con politici della maggioranza e dell'opposizione. Le loro impressioni e a volte anche le richieste. Incontri informali e colloqui privati che coprono, secondo la Cnn e altri media statunitensi, un periodo di quattro anni. Da informazioni in possesso de Il Tempo, il periodo è molto più lungo: i primi report sarebbero datati 2000. Quindi dieci anni di cablogrammmi tra la sede Usa di Via Veneto e Washington. Rapporti con industriali. Contatti con giornalisti non solo per briefing stampa. Impressioni raccolte nelle stanze di Via Veneto o nei noti ed esclusivi ristoranti della Città eterna. Una summa di notizie che poi, a Washington, vengono valutate per stilare analisi, strategie e documenti che sosterranno la politica estera americana. A Roma, in Parlamento e nelle sedi dei partiti, si temono scossoni e quasi si dimenticano le vicissitudini interne. In queste ore, chi ha avuto rapporti più o meno privati con i funzionari statunitensi aspetta la burrasca come un marinaio in mezzo al mare. «Quelle rivelazioni creeranno tensioni nelle relazioni con i nostri diplomatici e i nostri amici nel mondo - ha spiegato Philip J. Crowley, portavoce del Dipartimento di Stato -. Ci siamo preparando per lo scenario peggiore. I documenti possano toccare un'ampia gamma di questioni e di Paesi». Sono cablogrammi riservati e per questo ha confermato alla stampa Crowley: «Siamo in contatto con le nostre sedi nel mondo che hanno cominciato a informare i governi sulla possibile diffusione di quei documenti». Queste rivelazioni sono dannose per gli Stati Uniti e per i loro interessi. Creeranno sicuramente tensioni nei rapporti tra i diplomatici Usa e i loro «amici» in tutto il mondo. Wikileaks per annunciare la nuova diffusione di documenti segreti ha scelto un messaggio su Twitter dal tono apocalittico. «I mesi a venire vedranno un mondo nuovo, in cui la storia globale sarà ridefinita», promette il «cinguettio» di Wikileaks. Una preoccupazione per il prossimo rilascio è che i documenti possano rivelare le pressioni dell'amministrazione di Barack Obama alle diverse nazioni per accettare il trasferimento dei detenuti di Guantanamo, sgraditi nei loro Paesi. Numerosi anche i cablogrammi riservati che riferiscono della corruzione in Russia, Afghanistan e in altri Paesi «amici» e «alleati», raccontati senza mezzi termini. Dossier su oligarchi dell'ex repubbliche sovietiche e nuovi capitalisti cinesi. Retroscena della politica interna dei Paesi ospitanti che non risparmiano nessuno. Alleati e «nemici». Report poco diplomatici e molto espliciti anche quelli relativi alla situazione italiana. Commenti «imbarazzanti» che cambieranno il tono dei rapporti tra Stati Uniti e il resto del mondo. Non fosse altro per la leggerezza dimostrata nel gestire documenti delicati.

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