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Troppi pretendenti, i finiani già litigano

Italo Bocchino

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E ora? Dove lo metto? I finiani cominciano ad avere problemi. Tanto che persino uno come Claudio Barbaro ammette: «I veri respingimenti sono quelli che stiamo facendo a Futuro e Libertà, abbiamo troppe richieste». Sarà, quel che è certo è che Fli sul territorio comincia ad avere gli stessi problemi che ha il Pdl. Troppi pretendenti, poche poltrone disponibili. Come in Abruzzo. Il caso più emblematico. Qui il primo ad aderire è stato il vicepresidente della giunta regionale, Alfredo Castiglione. A cui è stato affiancato poi Giampiero Catone, la cui adesione ha scatenato una dura protesta sul territorio anche perché in larga parte veniva considerato dalla base incompatibile con Fli per via dei suoi trascorsi con la giustizia. Così Catone è stato messo da parte. Ma come coordinatore regionale è stato subito rimpiazzato da Daniele Toto, figlio di Carlo meglio noto come mister Air One. Daniele, 38 anni, non ha alcuna esperienza politica e per giunta era entrato nel Pdl in quota Forza Italia. Per gli ex An è stato preso come un mezzo affronto. E così Castiglione è, di fatto, rientrato nei ranghi del partito berlusconiano. Altro caso è quello della Sardegna. Qui la guida del partito è nelle mani di un consigliere regionale molto forte elettoralmente come Ignazio Artitzu. Ma alla porta già bussava Piergiorgio Massidda e già prima della sua adesione si era già aperto un altro caso: chi sarà il numero uno del partito sull'Isola? Problema risolto rapidamente perché Massidda ha deciso di non entrare più nel partito finiano. Piccoli focolari del genere crescono un po' dappertutto lungo la Penisola e Fini, almeno a guardare l'esperienza di An, non è molto affascinato da queste vicende. Ma non si tratta di questioni di poco conto. Perché in gioco c'è l'assetto del partito. Quando i quattro esponenti di governo si dimetteranno, le colombe saranno oramai ridotte ai margini. Infatti uno solo dei membri di governo è di Generazione Italia, Antonio Bonfiglio. Due sono mediatori, Roberto Menia e Andrea Ronchi, e tutto sommato anche Adolfo Urso può considerarsi a loro vicino sebbene come coordinatore deve mantenersi equidistante. Con l'addio al'esecutivo, Fli diventa sempre più un partito a immagine e somiglianza di Italo Bocchino. D'altro canto sul piano organizzativo è stato ineguagliabile. La convention di Bastia Umbra ne è stata la conferma, la platea per quattro quinti rispondeva alla linea dura. E anche politicamente, Fini sembra sempre più sulla linea dei falchi che delle colombe. Ora Menia e soci si preparano a cercare uno spazio interno, una sorta di minoranza. Un po' poco per chi pensava di essere almeno paritario all'altro pezzo del partito.

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