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La frontiera di Gianfry: i gay

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Dicerto, con le sue parole di ieri sulla necessità di difendere i diritti degli omosessuali e di colmare il divario sulla tutela tra famiglie di fatto e tradizionali, Gianfranco Fini ha conquistato un mondo che, normalmente, non gravita nell'orbita del centrodestra. «Siamo molto contenti - afferma il Presidente di "Equality Italia" Aurelio Mancuso - che il Presidente della Camera abbia confermato l'intenzione di costruire una destra liberale e democratica sull'esempio di tutte le democrazie mature europee e occidentali. Le posizioni espresse da Fini, anche sulle unioni civili, potranno finalmente nel futuro, riaprire una grande stagione per i diritti civili e le libertà individuali, utile per far avanzare la coesione e l'armonia sociale». «Arcigay - gli fa eco il presidente nazionale Paolo Patané - guarda con estrema attenzione al discorso del Presidente della Camera, Gianfranco Fini, e gli riconosce di avere descritto un orizzonte nuovo per il Paese con autorevolezza e coraggio. Il rifiuto di un governo oramai scivolato nello squallore di scandali mortificanti, e la richiesta delle dimissioni del premier, definiscono un quadro politico nuovo che auspichiamo con forza. Le parole decise, chiare, esplicite sui diritti delle persone lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e trans) e sui diritti delle coppie di fatto omosessuali ed eterosessuali offrono a questo Paese per la prima volta nella storia della Seconda Repubblica la possibilità di confrontarsi con una destra finalmente laica, liberale, europea». E anche l'ex parlamentare Prc Vladimir Luxuria applaude: «Apprezzo l'apertura del presidente Fini sul tema delle unioni civili e dei diritti degli omosessuali. Questo è in linea con le altre destre europee, da Sarkozy a Cameron che non sono omofobe come lo è stata finora la destra in Italia. Probabilmente Fini avrà avuto buoni maestri gay che gli hanno fatto rivedere le sue posizioni».

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