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Fini chiede la crisi e l'apertura a Casini

Gianfranco Fini ed Elisabetta Tulliani

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Una svolta. Un cambio di passo. Un rinnovamento. O forse una fase nuova. Quello che si respira nel padiglione 9 della fiera di Bastia Umbra è chiaro: un cambiamento. Un cambiamento che annunciano i big di Futuro e Libertà dal palco. E un cambiamento chiedono anche i seimila in platea che si scaldano senz'altro di più quando Italo Bocchino, il capogruppo alla Camera di Fli, parla di una Seconda repubblica nata con la candidatura di Fini a sindaco di Roma (prima della discesa in campo di Berlusconi) nel '93, di oggi come di una «situazione irreversibile», dichiara chiusa una fase che è durata 17 anni e immagina Fini «principale protagonista della Terza Repubblica».   E gli batte le mani il pubblico quando Italo si rivolge a Fini: «Questa gente ti chiede di costruire una nuova destra, come quella che c'è in Francia, Germania, Inghilterra. Devi avere coraggio, lo stesso coraggio che hai avuto quando hai osato alzare il dito contro una ingiustizia». Un cambio, dunque. Pasquale Viespoli, capogruppo al Senato, lo vede innanzitutto sul movimento-quasi-partito: «Si continua a parlare di falchi e colombe, ma noi non siamo mica una destra volatile, ornitologica, siamo un movimento al servizio dell'Italia di tutti coloro che vanno al di là del centro, della destra e della sinistra e che guarda alla parola solidarietà come simbolo di una nuova coesione nazionale». Un cambio dunque. Ma quel che appare chiaro è che le elezioni sono più lontane. Quando il coordinatore Adolfo Urso dal palco le esclude apertamente, la platea resta fredda. Un conto però sono i tifosi in curva, un conto i giocatori in campo. E Urso prova a mediare: «Serve un grande programma di riforme che va aggiornato rispetto agli ultimi eventi e occorre farlo a partire dal centrodestra perché è questa la maggioranza che ha vinto le elezioni». D'accordo, questa è la base di Fli. E questi sono i nuovi colonnelli. E Fini? Sale sul palco solo per un breve saluto: «Nessun traguardo ci è precluso», annuncia. Appunto, ma quale traguardo? Il leader scoprirà le carte stamattina. Ma sembra tramontata l'ipotesi dell'appoggio esterno. Persino Bocchino annuncia: «Fini andrà molto oltre». Il voto sembra ancora più lontano, persino Napolitano ha fatto capire di essere contrario e anche di chiedere una sorta di tregua; ed è ben noto quanto il presidente della Camera sia sensibile alle posizioni del Quirinale. Allora, «oltre» è un cambio completo. Potrebbe decretare di fatto finita la maggioranza che ha vinto le elezioni nel 2008 e dunque la necessità di crearne un'altra. Non solo Pdl e Lega. E non basta più neppure la terza gamba di Fli. Bisogna immaginare un allargamento più radicale con l'ingresso magari dell'Udc che consenta di aprire una fase nuova. D'altro canto lo stesso Bocchino lascia intravedere una simile ipotesi: «Un patto di legislatura? Bisogna capire con quale premier, con quale maggioranza, con quale programma». Fini si appresta a chiedere un chiaro segnale di discontinuità, come d'altro canto lo chiese Follini dopo le Regionali 2005. Una discontinuità che potrebbe passare attraverso la richiesta esplicita di una salita di Berlusconi al Colle. Una crisi formale. Un nuovo incarico, sempre al Cavaliere (ma non è detto), un nuovo governo e una nuova maggioranza questa volta a quattro gambe: Pdl-Lega da un lato, Fli-Udc dall'altro. Un'ipotesi che tra i futuristi piace molto a Bocchino e moltissimo anche ad Adolfo Urso. Meno alle colombe, Viespoli è più freddo, Ronchi e Menia appaiono gelidi. Si vedrà. Quella di Bastia è una convention che trancia di netto qualunque legame con il passato. Ai banchetti dei libri sono spariti i testi sul fascismo, e quelli erano stati semi-proibiti da anni. Svaniti anche quelli su Mussolini, che pure riscontravano ancora un certo successo. Via persino libri su Alleanza nazionale, via gadget del vecchio partito, via le spillette che si richiamavano alla destra. Ammessi soltanto i libri su Fini, ma solo quelli più recenti. Permessi invece i libri di Jose Maria Aznar e di Nicolas Sarkozy. Punto e basta, il passato è cancellato, qualunque legame reciso. Sono appena arrivati i nuovi portachiave in argento con il neosimbolo di Fli. Arrivano anche le nuove magliette e le bandiere. Resistono solo le vecchie spillette delle Frecce Tricolori. Che gente c'è in questo padiglione? Poco mondo classico di An, molte giovani coppie, ragazzi, tanto spontaneismo. Nei parcheggi ci sono solo 9 pullman organizzati ma tante macchine, tanta autogestione. C'è il mondo della prima Forza Italia e che Berlusconi aveva già provato a richiamare a sè con i Circoli delle Libertà. E anche questo è un dato su cui il Pdl dovrebbe riflettere.  

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