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Annullato il concorso per diventare notai

Il ministro della Giustizia Alfano

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Il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha annullato il concorso nazionale per notai. Non era mai successo. La terza prova era stata sospesa dalla commissione, formata da magistrati, professori universitari e notai, venerdì 29 ottobre dopo le proteste dei candidati, in tutto 3.300 per 200 posti. Tanti partecipanti si erano accorti che la traccia assegnata il giorno precedente, che prevedeva la stesura di un testamento, era identica a quella data il 6 ottobre durante un'esercitazione alla scuola notarile di Roma e comparsa anche su un sito internet. La presunta irregolarità ha acceso gli animi dei candidati che hanno protestato fino a quando la commissione non ha sospeso il concorso «per motivi di ordine pubblico». I due testi sotto accusa sono stati pubblicati interamente da Il Tempo che ha mostrato le strane «coincidenze». Stessi protagonisti, stesse situazioni, stesse espressioni: piccoli e, in alcuni casi, stravaganti i cambiamenti, dai nomi (Prisco invece di Frisco) ai beni (in un caso quattro cavalli nell'altro quattro auto antiche). Dopo una settimana il ministro Alfano ha deciso di annullare quelle prove ma di salvare il bando. Nello stesso tempo, però, ha dato disposizioni di rinnovare per intero la commissione e trasmettere gli atti in possesso del dicastero della Giustizia alla Procura di Roma, che ha aperto un'inchiesta. «Ho attentamente studiato gli atti che mi sono stati trasmessi dalla commissione - sottolinea Alfano - e mi sono risoluto alle seguenti determinazioni». Innanzitutto «salvare il bando di concorso per evitare che tanti laureati siano penalizzati da ulteriori ritardi derivanti dalla pubblicazione di un nuovo bando che tarderebbe oltremodo la data del prossimo concorso». In secondo luogo, il ministro ha deciso di «annullare le prove celebrate e, in questo senso, inviterò il direttore generale a procedere immediatamente». Inoltre, è stato stabilito di «rinnovare per intero la commissione esaminatrice che ha provveduto all'individuazione delle tracce e presieduto allo svolgimento delle prove, pur non nutrendo alcun dubbio sulla buona fede dei suoi componenti». Per il Consiglio nazionale del notariato «si tratta di una soluzione che conferma l'affidabilità del sistema concorsuale di selezione dei futuri notai e restituisce serenità ai candidati». Insomma, spiega ancora il presidente del notariato, Giancarlo Laurini, «la decisione, peraltro tempestiva, del ministro ridà fiducia a tanti giovani». Non solo. «È stato evitato - conclude Laurini - che la nostra categoria perdesse credibilità». In ogni caso resta un pasticcio: è la prima volta che viene annullato il concorso per notai. Nei giorni scorsi è stata la Lega a sottolineare la presenza in commissione di magistrati, professori e notai unicamente del centro-sud e a proporre, addirittura, la «regionalizzazione» dei concorsi. Mentre il Codacons ha annunciato che presenterà un ricorso collettivo al Tar del Lazio per chiedere il risarcimento dei danni materiali e morali subiti dai candidati. Va avanti anche l'inchiesta. Abuso d'ufficio commesso da chi ha diffuso la traccia «mortis causa», cioè quella sul testamento, è l'ipotesi di reato formulata dalla Procura. Il procuratore Giovanni Ferrara e l'aggiunto Alberto Caperna hanno affidato il fascicolo al pm Attilio Pisani che stava già indagando per resistenza a pubblico ufficiale e rifiuto di comunicare le proprie generalità dopo i disordini scoppiati in aula, secondo un rapporto presentato a piazzale Clodio dalla polizia penitenziaria.

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