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"Io sono stato aggredito Adesso andiamo in Aula"

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Il premier Silvio Berlusconi

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Va all'attacco Silvio Berlusconi. Cambia registro. Finora aveva scelto la difensiva, il silenzio, rigare dritto e non rispondere alle polemiche. Ora il cambio: «Non ho nulla da nascondere, non ho nulla da temere, non ho fatto nulla di male», ripete agli uomini del suo staff come se volesse convincersi. Per caricarsi e per tirarsi su in attesa di affrontare il plotone di giornalisti che lo attende a Bruxelles. Lui ci si tuffa contro: «Io sono una persona giocosa, piena di vita. Amo la vita, amo le donne», confessa. Declassa l'intera vicenda, il caso Rudy che inonda le pagine dei quotidiani, a spazzatura mediatica: «Balle inventate dai vostri giornali». Quindi alza il tono: «Non so se il momento sia casuale, so che c'è sicuramente dietro una volontà precisa di aggressione. Ma gli attacchi - aggiunge - mi rafforzano».   Come accadde per l'analoga vincenda su Noemi Letizia nell'aprile dell'anno scorso, Berlusconi ha avuto un iniziale momento di sbandamento. Poi è passato all'attacco. Il copione oggi è lo stesso: «Nessuno, all'età che ho, può farmi cambiare il mio stile di vita, del quale sono assolutamente convinto». Racconta di sé come di «un ospite irripetibile, anzi unico». E rimarca: «Se io ogni tanto sento il bisogno di una serata distensiva, quando racconto una storiella, per terapia mentale, per pulire il cervello da tutte le preoccupazioni, credo che faccia parte della mia personalità». Se il giorno prima aveva evitato l'argomento Ruby, stavolta ne vuole proprio parlare: «Ho solo dato un aiuto - ribadisce ancora -. Se mi si domanda di indicare una persona che è necessaria per avere un affidamento io sento questa persona poi dico che sta arrivando in questura, tutto qui. Non ho assolutamente influenzato nessuno. Anche perché io so bene quali poteri abbia il primo ministro in Italia: nessuno, nes-su-noooo. Quindi non avrei potuto pensare di esercitare un potere che non ho...». Inoltre aggiunge: «Leggo sorridendo e ridendo le balle proposte dai giornali. Ho mandato qualcuno per aiutare una persona, che aveva un quadro di vita tragico, e per non farla consegnare ad una comunità o al carcere. Non ho regalato auto, tutte cose che non esistono assolutamente». Gli chiedono: quando chiarirà le frequentazioni a casa sua? «Non devo chiarire nessuna frequentazione - alza la voce Silvio -. In casa mia entrano solo persone perbene e soprattutto si comportano correttamente. Quanto alla mia capacità di essere ospite e di esserlo in modo abbastanza irripetibile, forse unico, ne sono molto orgoglioso. Io sono una persona giocosa, piena di vita, amo la vita, amo le donne». E il "bunga bunga"? «Solo una vecchia storiella bellissima, di tanti anni fa, che mi ha fatto ridere molto e anche questa volta mi fa ridere molto», risponde secco. Torna l'uomo del fare, l'uomo che realizza cose: «Faccio una vita terribile, con sforzi disumani, lavoro come nessuno lavora fino alle due e mezza di notte. All'una e mezza mi arrivano i giornali, li leggo e naturalmente non resto di buon umore. Alla mattina alle sette e mezzo sono in piedi e continuo a lavorare, anche il sabato e la domenica». Per il caso di un anno e mezzo fa, Berlusconi si rimise sui binari del lavoro quotidiano, del fare, dell'agire. Anche stavolta sembra seguire la stessa traccia. Suona la fanfara sui suoi risultati: «Raramente un Consiglio europeo si è chiuso con una così grande soddisfazione per l'Italia». Quindi si sottopone a un altro tour de force: vola da Bruxelles direttamente a Napoli, va trovare la famiglia di un operaio morto in un impianto di stoccaggio dei rifiuti, quindi vertice in prefettura. Ovviamente non stacca le orecchie da Roma. Famiglia Cristiana lo attacca («è in uno stato di malattia, qualcosa di incontrollabile»). Gli viene fatto notare che il Pd non ha presentato una mozione di sfiducia, forse su pressione degli stessi finiani che davanti a un voto del genere sarebbero pesantemente in difficoltà: se non sfiduciano Berlusconi perdono la faccia, se lo sfiduciano si va dritto al voto e adesso non vogliono e non possono. E così, a un suo ministro, Silvio ha detto chiaro: «Non perdiamo ancora tempo, andiamo in aula sui singoli punti da approvare le riforme. Se mancassero i voti, oggi come oggi si va dritto alle elezioni. Ma ormai siamo sicuri che andremo avanti per il resto della legislatura».  

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