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Il Bunga Bunga tecnico

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Ruby, la ragazza marocchina al centro dell'ultimo polverone sollevato contro Silvio Berlusconi

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Come uno zombie, il governo tecnico s'è risvegliato. Le gesta amatorie di Berlusconi hanno dato carburante alla fantasia di chi architetta da sedici anni il disarcionamento del latin lover di Arcore. La sua telefonata alla questura di Milano (pessima idea) ha dato un minimo appiglio istituzionale ai tanti che vedono il caso del "Bunga Bunga" come forse l'ultima occasione per sbarazzarsi del Cavaliere. Non potendo chiedere le dimissioni del presidente del Consiglio per violazione dei limiti di velocità sessuale, quella telefonata è il grimaldello per far saltare il governo.   Si tratta, ovviamente, di una semplice scusa che non cambia la sostanza del problema: oggi un governo tecnico avrebbe il segno di un esecutivo nato per eccesso d'uso dell'ormai arcinoto "lettone di Putin". Sarebbe un gabinetto che nasce nel ridicolo e vi lascio immaginare quale legittimazione e autorevolezza potrebbe avere per gli elettori. Il nome è già pronto: "Governo del Bunga Bunga". Secondo i rumors di Palazzo ci sarebbe già un politico pronto a guidarlo: Beppe Pisanu, ex ministro dell'Interno, oggi presidente della Commissione Antimafia, in rotta con Berlusconi e in ottimi rapporti con Giorgio Napolitano e Gianfranco Fini. Nel Palazzo si fanno già i nomi dei futuri ministri, si gioca al totonomine e si fanno previsioni sulla durata. La panchina delle riserve della Repubblica ha già cominciato il riscaldamento pre-partita e fa giri di campo e soprattutto di Palazzo. Umberto Bossi il papocchio tecnico lo vede all'orizzonte e, da politico dotato di gran fiuto, pensa che non sia affatto una disgrazia, ma la grande opportunità per il centrodestra a doppia trazione Lega-Pdl. Mettersi all'opposizione, bombardare l'esecutivo da distanza ravvicinata e prepararsi a elezioni in ogni caso imminenti. Ecco il piano dell'Umberto. Non so se Berlusconi pensi la stessa cosa, ma vista l'escalation dell'assalto in versione hard-core, al suo posto - a meno che non abbia voglia di salutare tutti e andare a spassarsela a Bermuda - ci farei un pensierino e lascerei tessere agli avversari tutte le trame che credono.   Quando l'establishment si mette in testa un progetto, solitamente finisce gambe all'aria di fronte al voto popolare. È già successo per l'esperimento da piccolo chimico del Pd, finirà così per altre soluzioni alchemiche. Il direttore de Il Tempo pensa che nel giro di sei mesi quel governo si squaglierebbe, per ragioni che appaiono evidenti anche a chi non ha studiato politologia a Princeton. Vi immaginate, cari lettori, quale fonte di autorevolezza avrebbe un governo che ha la sua formidabile fonte di legittimazione su una piattaforma politica che si fa forte di argomenti come «Papi», «il lettone di Putin», «la farfallina», «l'ape regina», «la doccia ghiacciata», «l'igienista», «la nipote di Mubarak» e il «Bunga Bunga»? Guardare dal buco della serratura e sollevare le lenzuola della camera da letto del premier fa certamente guadagnare copie ai giornali - che in fondo fanno il loro mestiere - e dà qualche argomento polemico a un'opposizione a corto di idee buone, ma la storia per i leader e i partiti politici è leggermente diversa. Per guadagnare anche il portone di Palazzo Chigi serve ben altro, magari una cosa che si chiama politica. Il "Bunga Bunga tecnico" sarebbe un regalo fantastico per Berlusconi e la Lega, ma una pessima soluzione per un Paese che ha bisogno di essere governato e rassicurato sul suo futuro. La verità è che la soluzione dell'esecutivo d'emergenza è una chimera senza il consenso del Cavaliere e di Bossi ma in quel caso saremmo di fronte al paradosso di un governo politico (quello attuale) che cede lo scettro a un governo transgenico guidato da un premier telecomandato da altri Palazzi. Francamente, pur avendo fantasia e una certa esperienza di miracoli e miracolati del Palazzo, mi sembra difficile vedere Silvio e Umberto dare la benedizione al proprio becchino.

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