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Celerini senza radio in balìa dei rivoltosi

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Il lancio di pietre, petardi e rudimentali bottiglie incendiarie da parte dei manifestanti all'indirizzo dei mezzi delle forze dell'Ordine schierati, a difesa delle strade di accesso alla discarica di

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In prima linea a difendere lo Stato. E a prendere le botte. La rabbia e la violenza degli irriducibili dello scontro si sfoga sulle divise trasformatesi nel bersaglio preferito dei contestatori anti discarica. La guerra della monnezza conta decine di poliziotti e carabinieri feriti, mezzi danneggiati. Una situazione difficile per le forze dell'ordine aggravata da alcune mancanze strutturali. Prima tra tutto le comunicazioni radio. Infatti i Reparti Mobili inviati da tutta Italia a contenere la rivolta a Terzigno non sono dotati di un sistema radio compatibile con quello utilizzato in Campania dalla Polizia. Il sistema Tetra, è un modello avanzato per le comunicazioni ma è in fase sperimentale in Campania da un anno. Così i Reparti restano isolati e senza contatti. Solo un funzionario ha a disposizione la radio «Tetra»: una radio, una batteria. «Se si scarica, e visto i turni - spiega Adolfo Guglielmi della Uil polizia - si resta isolati». In una zona sconosciuta dove il dedalo di strade favorisce i guerriglieri della monnezza». Difficile anche la strategia di contenimento di una guerra che vede in campo tanta gente per bene e non violenta insieme con piccoli criminali e ultras di varia matrice. Così anche la manifestazione pacifica si trasforma in una sommossa e agli slogan si sostituisce il lancio di pietre e di razzi. Le forze dell'ordine rispondono con i lacrimogeni che in questo contesto rischiano di essere più dannosi che altro.   «Abbiamo due mezzi idranti di alta tecnologia - spiegano al Reparto Mobile di Roma - studiati proprio per questo tipo di situazioni. I getti d'acqua che possono essere sparati fino a 300 metri impedirebbe, tra l'altro, ai malintenzionati di lanciare i sassi». I mezzi ci sono ma restano in garage a Roma e i carabinieri che ne dispongono alcuni sul posto a Terzigno non li usano come idranti. I mezzi in questioni sono dotati di uno schermo e di un selettore di getto che consente di scegliere la potenza, la distanza e la quantità d'acqua da sparare. Tutto manovrato con un joystick, come un videogame che permette la massima precisione. Così si evita di colpire i «pacifisti» e mirare ai «violenti».   Visto il perdurare degli scontri, il Viminale sta disponendo per l'invio dei «mezzi speciali idranti» del Primo Reparto Mobile a Terzigno. Del resto il ministro è stato chiaro: «se continuano le violenze contro le forze dell'ordine intervenimo in modo duro».

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