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I finiani votano sì allo scudo per il Cav

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Il presidente del Consiglio SIlvio Berlusconi al Senato

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Via libera della commissione Affari costituzionali alla "retroattività" del lodo Alfano. E così, con 14 voti a favore e 7 contrari l'emendamento del relatore Carlo Vizzini, nel quale si prevede che «i processi nei confronti del presidente della Repubblica o del presidente del Consiglio, anche relativi a fatti antecedenti l'assunzione della carica, possono essere sospesi con deliberazione parlamentare», è stato approvato e, stando alle parole del capogruppo dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri, «presto» sarà votato in Aula (si parla addirittura dei primi giorni di novembre). Una votazione che pur riaccendendo lo scontro, peraltro mai sopito, sulla giustizia, fa emergere una sorta di inversione di rotta da parte dei finiani che ieri, con il voto del senatore di Futuro e Libertà, Maurizio Saia, hanno dato parere favorevole al provvedimento. Ed è proprio Saia a spiegare le motivazione del suo voto: «Sulla norma che prevede la sospensione anche di quei processi cominciati prima del conferimento del mandato, Fli è assolutamente d'accordo. Lo abbiamo già detto una ventina di giorni fa, lo abbiamo confermato oggi con il voto». Anche se, è lo stesso senatore futurista ad annunciare: «Presenteremo in aula due nostri emendamenti» dei quali precisa che «lì stiamo studiando». Mentre però i futuristi sostenevano la decisione del loro collega e una nota del Quirinale fa sapere che il Colle non intende entrare nel merito della questione, l'opposizione alzava il coro delle proteste. «Viaggiamo ai limiti dell'assurdo. È indecoroso e vergognoso pensare di procedere ad una assoluzione per via parlamentare» dice a caldo Pier Luigi Bersani che, subito dopo attacca Fli definendoli incoerenti. Più duro il leader dell'Idv Antonio Di Pietro: «È squallido non solo quel che ha approvato la maggioranza, ma l'appecoronamento della maggioranza finiana. Squallido che i finiani, che a Mirabello avevano detto di non poter più affiancarsi ai tentativi di leggi ad personam del premier, abbiano dato al Senato l'appoggio al lodo. In queste condizioni c'è una caduta della democrazia e dello Stato di diritto». Di «scelta sbagliata» parla anche Pier Ferdinando Casini. Critiche che sembrano non colpire i finiani che replicano rimandando all'esame alla Camera (Bocchino), anticipando che il voto dei deputati sarà identico a quello dei senatori (Urso), e respingendo le polemiche come fa Giulia Bongiorno: «Non c'è nessuna novità». La norma sulla retroattività «non è una norma improvvisamente mutata, ma è la ratio stessa del Lodo costituzionale».

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