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Ora Berlusconi cambia tutto Primarie e congressi nel Pdl

Fabrizio Cicchitto

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Di sicuro qualcosa bisognerà fare. Che sia una ristrutturazione profonda o solo un'imbiancata, così la situazione nel Pdl non può andare avanti. La lite tra il presidente dei deputati Fabrizio Cicchitto e il coordinatore Ignazio La Russa, un paio di giorni fa, la dice lunga sulla tensione all'interno del partito. Si è creato un corto circuito tra gli ex An che temono di essere emarginati dopo lo strappo di Fini e gli ex FI che a loro volta sentono crescere il peso dell'altra ala del partito. Non solo. Continua a rimbalzare la voce che alcuni senatori sarebbero disposti ad appoggiare un'altra maggioranza pur di evitare le urne. Ad accrescere la tensione c'è la richiesta insistente da più parti di un azzeramento dei vertici e di un ricambio nella sala di regia del partito. Un incontro tra Gianni Letta e Claudio Scajola sarebbe servito per valutare l'opportunità di rimettere in pista l'ex ministro in caso di elezioni anticipate per guidare la macchina organizzativa. Berlusconi non ha al momento alcuna intenzione di cambiare i coordinatori: sarebbe un pessimo segnale gravido di conseguenze sul gradimento per il Pdl che in questi ultimi mesi sta soffrendo la nascita di Fli. Ma qualcosa bisogna pur fare. Il premier ha fissato per mercoledì prossimo un ufficio di presidenza nel quale si discuterà di come rilanciare il partito. Sul tavolo c'è la modifica del criterio di elezione dei coordinatori locali. Bisogna sostituire alcune caselle lasciate vuote da Fli. Tra queste, quelle di Roberto Menia, sottosegretario all'Ambiente, dimessosi da vicecoordinatore regionale del Friuli Venezia Giulia; di Enzo Raisi, che ha lasciato l'incarico di coordinatore provinciale a Bologna; e di Giulia Cosenza, dimessasi da coordinatore provinciale in Irpinia. Senza contare quei posti ora vacanti nel direttivo del gruppo parlamentare. Uno in particolare: quello occupato dal finiano Carmelo Briguglio, che nel Pdl rivestiva l'incarico di vicepresidente dei deputati e responsabile della formazione nazionale del partito. La proposta che sarà avanzata dal triumvirato di via dell'Umiltà prevederebbe che a votare siano gli eletti, con un meccanismo simile alle primarie. Posizione non da tutti condivisa perché viene visto come un criterio autoconservativo. L'altra opzione (che raccoglie Cicchitto, buona parte degli ex azzurri delusi dalla gestione Verdini-La Russa che vanno organizzandosi in corrente, «Liberamente» e gli alemanniani) prevede invece la creazione di un comitato che definisca i criteri per avviare la stagione congressuale coinvolgendo in maniera ponderata eletti e base. L'attenzione sul territorio è alta e il convegno «Roma è Capitale» ha sancito di fatto l'uscita pubblica della corrente di Cicchitto. Il Lazio è infatti una delle Regioni dove le tensioni sono più alte.

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