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Ora il ministro Gelmini esulta: «Non è più la scuola della sinistra»

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Mail ministro non ha perso la calma e ha risposto con determinazione a quello che si mostra come un attacco a qualsiasi cambiamento in nome di un immobilismo caro da sempre alla sinistra. «Bisogna avere il coraggio di cambiare - ha affermato Mariastella Gelmini in risposta agli attacchi - È indispensabile proseguire sulla strada delle riforme: dobbiamo puntare a una scuola di qualità, più legata al mondo del lavoro e più internazionale». «Per ottenere questi obiettivi - aggiunge Gelmini - stiamo rivedendo completamente i meccanismi di inefficienza che hanno indebolito la scuola italiana in passato. Un lavoro e un percorso difficile, ma indispensabile. È necessario lo sforzo di tutti coloro che hanno a cuore la scuola. La protesta di oggi però mi pare riproporre vecchi slogan di chi vuole mantenere lo status quo, di chi è aprioristicamente contro qualsiasi tipo di cambiamento e crede di usare la scuola come luogo di indottrinamento politico della sinistra». Il ministro ha poi sottolineato che la protesta è il segno evidente dell'insofferenza di una sinistra che non vuole perdere il monopolio sulla cultura. «Evidentemente - ha affermato la Gelmini - a molti dà fastidio che la scuola, finalmente, non sia più proprietà privata della sinistra. Le proteste di oggi sono organizzate da una precisa parte politica. Non sono certo manifestazioni spontanee che uniscono studenti e professori ma si tratta di manifestazioni politiche organizzate da militanti contrari al governo e alle riforme».

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