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I catastrofisti

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Èuno scenario con molte ombre quello delineato dal presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, nel corso dell'audizione delle Commissioni Bilancio di Camera e Senato. Il problema è la bassa crescita che ha determinato una flessione marcata delle entrate. Pertanto, spiega il presidente, bisognerebbe «concentrare la strategia di recupero del gettito su interventi di contrasto dell'evasione fiscale». La bassa crescita unita alla «perdurante rigidità della spesa pubblica», fanno sì che «i margini di intervento della gestione dei conti pubblici siano ristretti». Non solo. La Corte dei Conti sottolinea anche che l'economia italiana ha perso «ulteriore terreno» rispetto al resto dei maggiori paesi europei, e quindi il quadro economico è «incompatibile» con gli obiettivi di finanza pubblica. Come se ne esce? La magistratura contabile indica la strada da seguire: «integrare» le politiche di rigore con quelle di rilancio dell'economia. Il nostro è l'unico grande Paese europeo - ha evidenziato il Presidente della Corte dei Conti - che, dopo dieci anni di crescita della spesa, dal 2009 presenta un'invarianza in termini reali dei consumi pubblici. Quanto al federalismo fiscale, per il presidente Giampaolino, bisogna «procedere con rapidità, nella consapevolezza dei limiti entro cui deve muovere oggi la politica di bilancio del Paese». L.D.P.

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