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Belpietro, c'è l'identikit dell'attentatore

Militari davanti alla sede del quotidiano Libero. Nel riquadro l'identikit del responsabile del tentato agguato al direttore Belpietro

L'allarme di Maroni: non sarà l'ultimo

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È caccia all'uomo. La questura di Milano ha realizzato l'identikit del presunto aggressore che l'altra notte è stato trovato nel condominio del direttore di Libero Maurizio Belpietro con un'arma in mano e contro cui la scorta ha esploso 3 colpi di pistola. L'immagine, riprodotta con un carboncino, raffigura un uomo di corporatura massiccia e atletica, circa 1,80, occhi scuri, capelli con gel pettinati all'insù come a formare una cresta, naso grosso alla punta, bocca con labbro superiore carnoso e sporgente, labbro inferiore piccolo e sottile. Ma grazie alla testimonianza dello stesso poliziotto, si è potuto definire che l'attentatore, oltre ad essere di razza caucasica, avere una forma del viso regolare con zigomi marcati e occhi scuri con pupille dilatate, indossava dei pantaloni bianchi con riga latelare nera e una camicia grigio-verde estiva da finanziere con mostrine sui binari. Gli investigatori, in costante contatto con l'antiterrorismo del Viminale, non escludono alcuna pista ipotizzando che si possa trattare o di offensiva a matrice «politica» o di antagonismo eversivo dell'area anarco-insurrezionalista ma anche non viene scartata nemmeno la traccia della criminalità comune. Unica cosa che sembra prendere piede è che l'aggressore avrebbe potuto avere dei complici. Per ora sono solo supposizioni ma che potrebbero trovare risposta dalla visione dei video delle telecamere posizionate nei pressi del palazzo signorile di Via Monte di Pietà 19, nel pieno centro della città meneghina, dove vive Belpietro. E a sostenere che nessuna ipotesi è stata scartata a priori è proprio il questore di Milano, Vincenzo Indolfi che durante la conferenza stampa insieme al capo della Digos, Bruno Megale, spiega: «Al momento possiamo soltanto fornire una ricostruzione dell'accaduto. Ma stiamo indagando e speriamo, anche con l'ausilio dell'identikit, di fare chiarezza sulla vicenda». Per ora intanto la Procura di Milano ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per tentato omicidio ai danni dell'agente della scorta dato che l'aggressore, prima di fuggire, ha puntato l'arma contro l'agente, sparando verso di lui alcuni colpi a scopo intimidatorio. Nell'inchiesta, coordinata dall'ex procuratore aggiunto Ferdinando Pomarici e dal pm Grazia Pradella, è ipotizzato anche il reato di detenzione e porto abusivo di armi. E proprio secondo la testimonianza del caposcorta la pistola (una semiautomatica, tipo Beretta, simile a quella in dotazione alle forze dell'ordine), «non ha sparato perché si è inceppata». Questo avrebbe permesso all'agente di avere il tempo di ripararsi un attimo e sparare contro l'aggressore. Due colpi a breve distanza che finiscono la loro corsa contro un passamano e un battiscopa. Dal quel momento inizia la fuga lungo le scale. Fra il quarto e il terzo piano del condominio il poliziotto ha così deciso di esplodere il terzo proiettile che si conficca in una vetrata del pianerottolo. Colpi sentiti dallo stesso Belpietro e da alcuni condomini, ma non dal secondo agente fermo in auto. Il fuggitivo intanto, raggiunto il piano terra, esce da una porta laterale consentendogli di non imbattersi nella macchina della scorta parcheggiata nel cortile interno. L'ipotesi quindi è che l'uomo sia riuscito a scavalcare un muro («in alcuni punti facilmente scavalcabile per una persona atletica» spiega il Questore), consentendogli di ritrovarsi in uno stabile accanto, facendo così perdere le proprie tracce. «Io sto bene, sono tranquillo. E anche sereno». Queste sono le parole rassicuranti che Maurizio Belpietro ha rilasciato ai colleghi poco prima di uscire dalla redazione. E, dopo un particolare ringraziamento all'uomo della scorta per avergli salvato la vita, il direttore si rivolge direttamente ai suoi lettori: «Non cambierò il modo di fare il mio lavoro. Ho continuato a fare esattamente le stesse cose e scriverò e racconterò ai lettori quello che è accaduto, quello che penso». Certo, ha aggiunto che «c'è più preoccupazione. Non sono Superman ma un cronista che fa questo lavoro con passione». E intervistato da Tg1 e dal Tg di La7 rincara: «Non voglio accusare nessuno, non voglio dire che è il clima di queste settimane. Certo, mi limito ad osservare che c'è un clima che non è dei più favorevoli, se tu racconti dei fatti diversi sei un nemico da abbattere...». Poi, nel corso di una registrazione per la trasmissione L'ultima parola, andata in onda ieri sera alla quale, diversamente da quanto annunciato, non è andato, Belpietro ha affermato di aver ricevuto telefonate di solidarietà da Giorgio Napolitano e da numerosi esponenti politici, eccezion fatta per l'Idv Antonio Di Pietro, concludendo con un secco: «Spero che vengano tempi migliori».

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