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Leonardo Ventura «Leggo con stupore e non credo ai miei occhi per quello che leggo.

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Nonriesco a capire come si possa imbastire una storia di questo tipo su qualcosa non di falso ma di addirittura inventato». Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta è intervenuto nella serata di ieri con un nota per commentare le dichiarazioni rese ai pm romani, che indagano sulla cosiddetta P3, dall'ex assessore comunale di Napoli Arcangelo Martino. Che avrebbe detto agli inquirenti che l'ex giudice tributario Pasquale Lombardi aveva un rapporto privilegiato proprio con il sottosegretario Letta. Ai pm Martino ha detto: «Un giorno Lombardi mi disse: Io ho fatto un grande favore anche a Gianni Letta». L'intervento di Lombardi, secondo le parole dell'ex assessore, è legato ad una «iniziativa del Tribunale di ministri su Berlusconi, perché Berlusconi - si legge nel verbale di interrogatorio - utilizzava gli aerei per andare in Sardegna, non so, portando persone a bordo, cioè fu aperta un'inchiesta su questo e lui (dice riferendosi a Lombardi) disse che questa cosa gli fu chiesta da Gianni Letta e che lui avesse fatto questo favore e che Gianni Letta gli era debitore di questo fatto e che lui aveva risolto questo fatto attraverso il dott. Farnioli o Forniali». Il procuratore aggiunto Cataldo a questo punto chiede: «In che modo lo aveva risolto?». Martino risponde: «Chiedendogli di risolvere questo problema perché c'era un processo in atto presso il Tribunale dei ministri, lui parlando con questo Fornioli (si riferisce a Giovanni Farnioli, ex presidente del Tribunale dei ministri) disse: Io gli ho risolto questo problema a Gianni Letta, lui mi deve dare l'incarico. Mi deve dare qua, mi deve dare là. Io le riporto quello che so. Martino, nel corso dell'interrogatorio, ritorna sul rapporto tra Lombardi e Letta. «Come vi ho detto - dice al pm - lui andava molto frequentemente da Letta in maniera molto determinata dicendo che Letta gli doveva, era debitore con lui, per tanti favori fatti, quindi non doveva sempre rompere, gli doveva dare qualcosa e il qualcosa in termine di incarico». Martino ha poi parlato del «pizzino» in cui erano finiti gli orientamenti dei giudici della Consulta in relazione al Lodo Alfano, foglietto poi consegnato a Dell'Utri, il 7 ottobre del 2009, giorno in cui era prevista la pronuncia della Corte Costituzionale. Secondo quanto riferito da Martino, il bigliettino sarebbe stato consegnato, in un incontro avvenuto all'hotel Eden, al senatore Dell'Utri da Carboni che a sua volta lo avrebbe ricevuto da Lombardi, altro indagato nella vicenda P3 finito in carcere. Al procuratore aggiunto Capaldo, che gli ha chiesto lumi su un bigliettino dato da Lombardi, Martino ha risposto: «Si trattava della ricostruzione di coloro i quali potevano votare in un modo o nell'altro». Più avanti nell'interrogatorio viene chiesto: «Questi i nomi di quelli che voteranno a favore?» e Martino ha risposto «questi votano a favore... e invece poi non fu così, ecco perché - spiega - in una telefonata con Lombardi io dissi «va beh, scusa ma tu esponi anche me a questa candidatura che mi hanno offerto, mi hanno garantito, mi fai anche saltare».

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