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La vendita della casa nel mirino del Fisco

L'edificio in Boulevard Princesse Charlotte 14 a Montecarlo, dove si trova  l'appartamento abitato da Giancarlo Tulliani

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È partito il Gran Premio di Montecarlo. Negli ultimi giorni mentre l'attenzione di tv e giornali era tutta sull'isoletta di St Lucia, gli agenti del fisco monegasco (i «fiscaux» come li chiamano in Costa Azzurra) avrebbero fatto scattare gli accertamenti sui due passaggi di proprietà dell'appartamento di boulevard Princesse Charlotte. Lo riferiscono a Il Tempo fonti attendibili, aggiungendo che le indagini non sono collegate alla rogatoria chiesta dai pm romani, ma stanno procedendo su una strada autonoma. Perché ai Grimaldi non interessa sapere chi si nasconde dietro i nomi esotici di Printemps, Timara e Jaman quanto piuttosto verificare se nelle casse dello Stato siano state versate tutte le imposte dovute. Soprattutto considerando il prezzo cui è stato venduto l'immobile, inferiore alle stime del mercato immobiliare locale. Secondo le stesse fonti, il prezzo giusto per la casa della contessa Colleoni non può essere sotto il milione di euro e di questo ne sarebbero convinti anche gli esperti consulenti del governo. Ecco perché gli accertamenti partiti in questi giorni punterebbero a recuperare le eventuali tasse evase durante il palleggio tra i tre diversi proprietari dell'appartamento di Palais Milton. A cominciare dall'IVA perché – è opportuno ricordare - a Montecarlo non vi sono imposte dirette sul reddito delle persone fisiche (tranne che per i cittadini francesi, imposti normalmente), ma quelle indirette come IVA, registrazione, bolli gravano anche sulle persone fisiche. Nel caso dell'IVA, in particolare, il regime fiscale indiretto è praticamente identico a quello applicato in Francia con un tasso attuale del 19,6%. Non solo. Le società che realizzano più del 25% del fatturato fuori dal Principato sono imposte al 33,3% sull'utile (esenti quindi i commerci locali come panetterie, macellerie, etc). Quanto alle norme sulla successione, a Monaco è prevista l'esenzione totale in linea retta (salvo che i beni siano fuori dal Principato e siano eventualmente imposti altrove) e l'imposizione per gli altri con un'aliquota di circa l'8 per cento. In caso di accertata evasione a causa dell'inadeguatezza del prezzo rispetto al valore (o in caso di accertamento di un prezzo diverso dal dichiarato) lo stato monegasco può rivalersi sull'immobile iscrivendo un'ipoteca legale così come si starebbe studiando una procedura per recuperare il mancato esercizio, a suo tempo, del diritto di prelazione da parte del Principato. Chi non salda tutti i suoi conti con i fiscaux, inoltre finisce per violare una norma del codice penale. Nel caso dell'appartamento di Montecarlo le responsabilità potrebbero ricadere anche sul notaio che ha firmato i passaggi di proprietà della casa: ovvero Paul –Louis Aureglia e la figlia Nathalie. Nel loro studio, al numero 4 di boulevard des Moulins, vennero infatti firmati i documenti delle due vendite prima da An a Printemps e poi da Printemps a Timara rispettivamente l'11 luglio e il 15 ottobre 2008. Anche l'altroieri un servizio da St Lucia del tg La7, spulciando le carte, ha confermato che i nomi che compaiono nelle società che sarebbero legate a Tulliani sono sempre gli stessi: James Walfenzao, Suzi Beach, Evan Hermiston, Michael Gordon e Tony Izellaar. Torniamo a Montecarlo. Sarà pure un paradiso ma ciò non significa che le tasse non esistano. «Anzi, qui chi sbaglia paga. Eccome se paga. I controlli sono rigidissimi soprattutto sull'Iva: se la evadi il Principe si offende perché metà è sua e l'altra metà è francese!», ci spiega con una battuta la fonte monegasca. Le verifiche, inoltre, sono state intensificate dopo la grande paura del 2000, quando il fisco italiano aveva deciso di smantellare le residenze di comodo nel Principato ed erano state passate al setaccio le fatture inviate in Italia. A quell'epoca ci fu davvero un momento di panico, perché le fatture monegasche non venivano più riconosciute, poi tutto è rientrato nella normalità. Ma i controlli sugli aspiranti furbetti sono diventati assai più stringenti.

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