Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Sì della Commissione: Roma è Capitale

Colosseo

  • a
  • a
  • a

La firma definitiva è attesa per questa mattina, quando il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi ratificherà il via libera di tutti i ministri al primo decreto attuativo della legge di Roma Capitale. L'esame più atteso, quello della commissione bicamerale sul federalismo fiscale presieduta da Enrico La Loggia, è stato superato a pieni voti. Ma senza lode. Da lunedì 20 settembre, 140° anniversario della breccia di Porta Pia che sancì l'Unità d'Italia, Roma sarà «ente speciale». In una parola, finalmente Capitale. «Questo è il primo decreto sul federalismo fiscale approvato non solo dalla maggioranza ma anche da Pd e Svp - commenta La Loggia a margine della seduta della commissione - È molto significativo perché dà il senso della coralità dell'interesse a proseguire sulla via dell'attuazione del federalismo fiscale». La telefonata al sindaco Alemanno è arrivata subito dopo le votazioni. Più di un sospiro di sollievo rivolto verso la storia non solo della città ma del Paese che chiude finalmente i conti con il passato, remoto e recente. «Il voto della commissione - ha commentato a caldo Alemanno - è un passaggio politico estremamente importante perché il parere della Commissione bilaterale in cui si sono raccolti i voti favorevoli non solo del Pdl e della Lega ma anche del Partito democratico e di Futuro e Libertà, rappresenta un incoraggiamento molto forte per questo percorso. Ringrazio il ministro Calderoli che ha dimostrato, ancora una volta, che la Lega sui fatti sostanziali non è così ostile a Roma come si dice, la relatrice Bernini e anche la Lanzillotta che alla fine si è astenuta e il presidente La Loggia che ha messo a tamburo battente l'iter di questo decreto legislativo. Il fatto che il primo decreto abbia trovato un consenso bipartisan è un buon viatico per il federalismo fiscale. La scelta del Pd di sostenere questo processo - ha sottolineato il sindaco - è un gesto di grande responsabilità istituzionale e dimostrazione di amore verso la nostra città. Possiamo puntare a fare questo processo storico non come una riforma di parte ma condivisa da tutto l'arco politico». Soddisfazione dunque e anche un po' di emozione nell'avvertire la consapevolezza dell'imminente passo, importante nella storia culturale, politica e amministrativa non solo della Capitale. Ma come ogni partita che finisce comunque in vittoria, arriva poi il momento della riflessione e dei nodi ancora tutti da sciogliere. Il primo, quello del numero dei consiglieri comunali che scende a 48 nonostante la delibera approvata all'unanimità dall'aula Giulio Cesare abbia invece fissato a 60 i membri della futura Assemblea capitolina. Un problema politico (la giunta dovrà restare a 12 membri e dunque sarà più complesso il rimpasto di ottobre) e amministrativo. Ma se sul numero dei membri eletti al Palazzo Senatorio il Campidoglio ha incassato una sconfitta, sulla definizione del numero dei Municipi ha invece incassato un risultato decisivo: i parlamentini capitolini saranno 15 e non 12 come voleva la bozza del governo. Diverse e importanti poi le novità per l'equilibrio dei rapporti tra l'Assemblea capitolina, il sindaco e la giunta. Tra le principali, l'inserimento della «sospensione» per regolare l'incompatibilità tra ruolo di consigliere capitolino e assessore. La nomina ad assessore comporterà così la sospensione di diritto dall'incarico di consigliere e la sostituzione temporanea con un supplente (il primo dei non eletti della stessa lista). Entro sei mesi, poi, l'assemblea capitolina dovrà approvare il proprio statuto nel quale dovranno essere indicati i criteri per l'adozione da parte della Giunta di una serie di regolamenti sull'ordinamento generale degli uffici e dei servizi. Previste poi forme di monitoraggio e controllo del livello dei servizi ai cittadini da affidare a organismi terzi. Il sindaco della Capitale potrà essere "ascoltato" nelle riunioni del Consiglio dei ministri all'ordine del giorno delle quali siano iscritti argomenti inerenti alle funzioni conferite a Roma Capitale. Le indennità di sindaco, assessori, consiglieri verranno poi stabilite con decreto del ministro. Dopo 140 anni Roma sarà finalmente Capitale. Ma la partita ora è tutta sulla definizione dei poteri e delle funzioni da conferire al «nuovo ente».

Dai blog