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Schifani: Fini non è sfiduciabile

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Il presidente del Senato, Renato Schifani

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{{IMG_SX}}"Serve senso di responsabilità da parte di tutti. Serve sicuramente abbassare i toni e tornare al rispetto delle reciproche posizioni, in un clima di confronto responsabile". A sottolinearlo è stato il presidente del Senato Renato Schifani, nel suo intervento a Gubbio.   FINI «Per regolamento e Costituzione il presidente Fini non è affatto sfiduciabile, se esercita il suo ruolo con autorevolezza, imparzialità e professionalità che gli vengono riconosciute». Il presidente del Senato intervenuto alla scuola del Pdl di Gubbio affronta la questione della sfiducia del presidente della camera. "Altre sono le valutazioni politiche per cui il presidente del Senato non interviene. Dal punto di vista costituzionale il presidente della Camera non può essere sfiduciato, a meno che non si sia macchiato di responsabilità, di cui non mi risulta si sia macchiato». La seconda carica dello Stato ha parlato della Costituzione: «Punto di partenza e faro per ogni scelta è e rimane la Carta tirata in ballo durante questa calda estate con ragionamenti e riflessioni ma soprattutto interpretazioni più o meno condivisibili. In questa disputa accesa e a volte priva dei necessari contenuti giuridici, abbiamo assistito a dichiarazioni eterogenee, contrastanti tra loro, univoche solo per appartenenza ideologica e partitica sulle quali mi sembra opportuno cercare di dare chiarezza. Ognuna di queste dichiarazioni attribuisce alla Costituzione contenuti, interpretazioni, che nascono da esperienze maturate nel corso degli anni e che tengono conto di situazioni tra loro eterogenee dettate dalle diverse leggi elettorali che si sono succedute nel tempo». Schifani ha toccato anche il tema del voto anticipato: «Gli italiani chiedono l'attuazione del programma e pretendono governabilità. Le elezioni anticipate sono sempre un trauma per la democrazia e vanno evitate a meno che non ci siano situazioni e circostanze tali e irreversibili che innescano una crisi irresolubile. È chiaro che l'ultima parola spetta al capo dello Stato», a Napolitano che «è punto di riferimento istituzionale» e che «ha da sempre svolto il suo alto incarico con assoluta trasparenza, autentico equilibrio, ferma saggezza». Quindi un nuovo appello: «Bisogna abbassare i toni e tornare al rispetto delle reciproche posizioni». Quindi il tema delle riforme: «Mi batto da tempo perchè questa sia una legislatura costituente. Bisogna modernizzare lo Stato, ridurre il numero dei parlamentari, attuare il federalismo e semplificare l'attività legislativa. Il Paese ha bisogno di essere modernizzato, lo chiedono i cittadini». Schifani, nel corso dell'intervento alla scuola politica del Pdl, ha infine messo in guardia dell'antipolitica: «Non è la politica ad essere il male. Lo sono alcuni e diffusi, radicati e praticati modi di intenderla, di applicarla e comunicarla. Non cambia il bisogno dell'onestà, della correttezza e dei comportamenti, della rinuncia al tornaconto personale o di gruppo, dell'esigenza di un uso del potere finalizzato all'interesse pubblico da esercitare nel pieno rispetto delle norme e capace di riscuotere la fiducia degli elettori, anche di quelli che non ci hanno votato - argomenta Schifani -. Ritengo un elemento fortemente negativo l'antipolitica e il tentativo di fare dell'avversario politico il bersaglio di semplificazioni poco veritiere. Ho sempre sostenuto il valore grande della critica ai comportamenti della politica o anche meglio ai politici. Ma l'attacco frontale alla politica è un fatto grave, da condannare e combattere a viso aperto". RIFORME "Riempiamo le parole di contenuto. Il Paese ci chiede lavoro e meno pressione fiscale". Perentorio l'invito del Presidente del Senato, Renato Schifani, in tema di riforme, mentre "troppe tensioni dilaniano inutilmente l'Italia, che in questo momento ha bisogno di vedere risolti i problemi che la crisi economica ha posto sul tappeto". "La parte difficile della crisi, e' vero, e' passata - dice - ma adesso servono riforme finanziarie e di governo. Bisogna continuare a realizzare una politica economica severa e senza tentennamenti sul piano del risanamento e del contenimento del debito, ma abbiamo anche il dovere di riaprire il cantiere delle riforme per andare avanti e per offrire prospettive economiche vincenti. Occorrono coraggio e generosita' da parte di tutti - osserva - perche' la crisi colpisce di piu' le famiglie che risparmiano. Abbiamo il dovere di aiutare gli italiani a vivere meglio: la pressione fiscale complessiva deve essere gradualmente ridotta, a vantaggio prima di tutto delle famiglie monoreddito, che sono anche le piu' deboli".

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