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In Aula si riparte dall'esame del processo breve

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Berlusconiha «semplicemente detto che il tema non verrà inserito nei cinque punti della mozione di fiducia - spiegano nel Pdl - nessuno ha mai detto che ci si rinunci completamente». E, infatti, nell'ordine del giorno di oggi (al quinto punto) e di domani (al secondo punto) il cosiddetto processo breve tornerà a farla da protagonista. I finiani storcono il naso, ma non si dicono contrari al principio contenuto nella norma. «Il fatto di dare un tempo ai procedimenti penali, in linea di massima, ci trova d'accordo - spiega il deputato di Fli Nino Lo Presti - perchè è giusto velocizzare i processi. Quello che critichiamo è la norma transitoria visto che renderebbe possibile l'estinzione di migliaia di procedimenti». «Se si individuasse una norma transitoria capace di assicurare uno scudo per il premier senza mettere a repentaglio un'infinità di altri processi, noi non saremo pregiudizialmente contrari». Nell'attesa, alla Camera sono partiti i conteggi sui componenti delle commissioni. Così, già da oggi, è probabile che i finiani in commissione Giustizia (la prima ad essersi riconvocata dopo la pausa estiva) non si presentino all'appuntamento. Secondo i primi calcoli, infatti, i deputati di Fli in commissione dovrebbero rimanere in tre (ora sono in cinque): Giulia Bongiorno, che è il presidente dell'organismo parlamentare, Giuseppe Consolo e Angela Napoli. Ma calcoli di questo tipo si stanno facendo in tutte le commissioni e anche a Palazzo Madama dove giace un altro provvedimento caldo: il cosiddetto Lodo Alfano costituzionale. Il testo, spiegano ancora nel centrodestra, era stato lasciato in sospeso in attesa di capire quale sarebbe stato l'atteggiamento dei finiani nei confronti del ddl. Ma ora, dopo che Fini ha detto apertamente di non essere affatto contrario all'idea di uno scudo per il premier («no alla cancellazione dei processi, sì alla loro sospensione»), l'esame del Lodo potrebbe riprendere a breve. Ma c'è anche un altro testo che potrebbe diventare portante nella strategia sulla giustizia messa a punto dal Pdl: si tratta della proposta di legge che oggi il capogruppo dei berlusconiani in commissione Giustizia di Montecitorio Enrico Costa dovrebbe depositare alla Camera. Si tratta di un provvedimento che contiene in sostanza alcune delle norme già inserite nella Riforma del processo penale presentata al Senato dal Guardasigilli Angelino Alfano. Tra queste quella che punta ad eliminare l'articolo 238 bis del codice di procedura penale: la misura introdotta nell'ordinamento, dopo le stragi di mafia del '92, grazie alla quale può essere considerata come prova in un processo la sentenza passata in giudicato.

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