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Il Vaticano dimette Marchetto

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Monsignor Agostino Marchetto non è più segretario del Pontificio Consiglio per i Migranti. Ha presentato le dimissioni dall'incarico, in anticipo rispetto al pensionamento vaticano, che avviene a 75 anni. Marchetto ha potuto presentare le dimissioni a 70 anni sfruttando una norma che permette il pensionamento anticipato per i nunzi apostolici, incarico che lui ha ricoperto in diverse parti del mondo. Ma è da segretario del Pontificio Consiglio dei Migranti che Marchetto ha avuto grandissima visibilità, rendendosi protagonista di duri attacchi contro il governo italiano sulle politiche dell'immigrazione, e - appena la scorsa settimana - di un attacco altrettanto duro contro le politiche di rimpatrio dei rom messe in atto dal governo francese di Sarkozy. Parole che hanno creato imbarazzi e necessarie precisazioni da parte della Santa Sede.   Anche la decisione, a febbraio dello scorso anno, di nominare monsignor Antonio Maria Vegliò presidente del Pontificio Consiglio dei Migranti, dopo anni in cui la presidenza era accorpata con il Pontificio Consiglio Giustizia e Pace e Marchetto faceva in pratica il numero uno, era maturata anche per arginare in qualche modo monsignor Marchetto. Una misura, questa, che dicono abbia solo aumentato il risentimento di monsignor Marchetto, che sperava di diventare lui stesso presidente del Pontificio Consiglio. E così, le precisazioni della Santa Sede sulle parole del segretario dei Migranti si sono moltiplicate: il 21 aprile Marchetto ha criticato il pacchetto sicurezza, mentre il portavoce della Santa Sede Federico Lombardi sottolineava che no, «il Vaticano, in quanto tale, non ha preso posizione»; lo scorso febbraio, Marchetto aveva criticato le ronde, e la Santa Sede aveva precisato che si trattava di una sua posizione personale. È una situazione di reciproca scontentezza che ha portato Marchetto alla presentazione delle dimissioni per raggiunti limiti d'età, dimissioni che il monsignore dice di aver presentato un anno fa. Ma dietro la mancata riconferma di Marchetto ci sarebbe anche l'influsso del cardinal Bertone in persona. Il quale, appena eletto, tenne subito a specificare che i rapporti con la politica italiana erano sua prerogativa. Mentre sono sempre più insistenti i rumors che raccontano di un «disegno» di ambienti vicini al mondo cattolico di utilizzare l'ombrello di dichiarazioni vaticane per delineare una opposizione al governo.   Ieri l'ormai ex dignitario vaticano avrebbe dovuto tenere una relazione a Bogotà, in Colombia. Il testo era stato anche diffuso sabato mattina dal dicastero per i migranti affinché fosse pubblicato. Ma Marchetto non è partito. È rimasto a Roma a traslocare la sue carte dall'ufficio. Si occuperà di Concilio Vaticano II: fu uno dei primi a supportare la tesi dell'ermeneutica della continuità del Concilio. Quanto alle sue posizioni «scomode», nessuna retromarcia: «Io mi sono sentito in dovere di prendere certe posizioni, anche se non tutti erano d'accordo, e ho incontrato le difficoltà che tutti conoscono».  

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