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Appello per Elisabetta

La compagna di Gianfranco Fini, Elisabetta Tulliani

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La direttrice del Secolo d'Italia e deputata di Futuro e Libertà, Flavia Perina, ha provato a lanciare un appello in favore di Elisabetta Tulliani ma le donne del Pdl lo rimandano al mittente. E chi lo fa tira in ballo ancora una volta Gianfranco Fini e le spiegazioni mai date sulla vendita della casa a Montecarlo ereditata da An e abitata dal cognato Giancarlo. Flavia Perina, in un'intervista a Repubblica, chiede alle donne della destra di reagire all'accanimento mediatico contro la Tulliani. Non usa mezzi termini: «Basta attacchi a Elisabetta Tulliani - dice - è una lapidazione della donna del "nemico", cioè di Gianfranco Fini». A suo giudizio, la campagna di stampa contro Elisabetta «è come vedere sfilare, metaforicamente rapata a zero e con al collo il cartello del disonore, sulle prime pagine di Libero e del Giornale, la donna del nemico». Perina ammette che sulla questione della casa dell'eredità Colleoni «alcune spiegazioni vanno date», ma, avverte: «I soggetti sono Giancarlo Tulliani, il fratello di Elisabetta, e An».   «Noi - insiste l'esponente di Fli - abbiamo combattuto per anni per uscire dallo stereotipo della destra machista, delle donne di destra asservite alla volontà degli uomini. Non possiamo ritrovarci per gli interessi di Berlusconi e del suo entourage con attacchi che non hanno risparmiato Chiara Moroni, Barbara Contini o Giulia Bongiorno», attacchi tutti caratterizzati, secondo Perina, da toni offensivi nei confronti delle persone. «Care Mara, Giorgia, Barbara e colleghe del Pdl, non vi vengono i brividi? Alle donne della destra chiedo: ma vi sembra normale il trattamento ancillare riservato alle fedelissime con cene al castello e regali e la brutalità toccata alle dissidenti?». Il ministro della Goventù, Giorgia Meloni, preferisce non rispondere mentre la deputata Barbara Saltamartini sceglie una sfumatura diversa: «Non commento le dichiarazioni della Perina ma trovo strumentale l'utilizzo della questione femminile in una vicenda che con le donne non ha niente a che fare».   La sottosegretaria Daniela Santanchè ha le idee chiare: «È il silenzio di Fini che espone la sua compagna a questa macelleria mediatica», dice. Poi spiega: «È stato proprio lui, nella sua famosa spiegazione a punti, a precisare che Elisabetta gli disse che nella casa di Montecarlo ci abitava il fratello Giancarlo. Cosa per cui lui, sempre secondo le sue parole, avrebbe provato disappunto. Ecco, è stato Fini - incalza la Santanchè - a tirare in ballo la moglie. In ogni caso basterebbe che lui chiarisse. Insomma a me interessa soltanto di Fini e del suo operato e vorrei che dicesse una volta per tutte la verità. Vorrei sapere, ad esempio, chi c'è dietro le due società off shore che hanno comprato l'appartamento di An. Se lui desse un chiarimento completo questo clima avrebbe fine». Non le manda a dire nemmeno Alessandra Mussolini: «Le donne del Pdl sono continuamente lapidate, l'ultima che l'ha fatto è stata la Contini pochi giorni fa. Non credo che dipenda da Fini, succede a tutte le donne nel nostro Paese. Siamo sempre trattate con poca serietà, in modo molto differente dagli uomini. Quando ci sono le donne di mezzo tutto diventa una presa in giro. Si guarda solo il lato B, quando invece abbiamo un lato A meraviglioso». Secondo Isabella Rauti, consigliera regionale del Lazio e moglie del sindaco Alemanno, si tratta di «una questione personale e non politica. Non intervengo perché rispetto la sfera privata delle persone».

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