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I centristi snobbano il Pdl "Vadano avanti da soli"

Rocco Buttiglione

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Se ne è parlato tutta la scorsa settimana ma, dopo il vertice tra Bossi e Berlusconi, le possibilità di un avvicinamento tra Pdl e Udc sembrano ridotte a zero. Del resto i toni usati dal senatùr negli ultimi giorni contro i centristi non sembravano rassicuranti. Adesso sono gli esponenti dell'Udc ad attaccare il Pdl e il governo e ad assicurare che non hanno mai considerato la possibilità di far parte dell'esecutivo. Dice il presidente del partito Rocco Buttiglione: «Bossi vada pure avanti da solo, se ne è capace, ma noi non entremo mai in questa maggioranza, serve un esecutivo di responsabilità nazionale». Gli fa eco il segretario Udc Lorenzo Cesa: «Finalmente sembra calare il sipario sul teatrino della politica alimentato nel mese di agosto dalle convulsioni del Pdl. È positivo che si sia accantonata la scorciatoia delle elezioni anticipate, vera e propria fuga dalle responsabilità di governo». E aggiunge: «Per quanto ci riguarda, continuiamo sulla strada intrapresa, che ha dimostrato efficacia politica e serietà istituzionale. L'opposizione repubblicana non può concorrere allo sfascio dell'Italia, ma all'assunzione di provvedimenti utili ai cittadini: niente sconti per le leggi che non servono e appoggio agli interventi necessari per il Paese». Ad accendere il dibattito politico ci aveva pensato in mattinata il ministro dell'Interno, Roberto Maroni: «Io non sono certo che si riesca a ricomporre la situazione politica. Credo anzi che ci sia un'operazione in corso per far fuori Berlusconi e dobbiamo capire come muoverci». Per l'Italia dei Valori, invece, la sintesi è chiara: il Cavaliere «teme le urne». Il capogruppo alla Camera, Massimo Donadi, rileva: «Il centrosinistra ha il dovere di lavorare da subito per costruire un'alternativa di governo valida e concreta», ma è proprio Di Pietro a frenare sulle primarie: «Individuare il leader senza sapere con quale squadra deve giocare e per realizzare quale obiettivo a me pare un controsenso». Dal Pd tuona il segretario, Pierluigi Bersani: «Dopo l'agosto che abbiamo visto non saranno due chiacchiere sul lago Maggiore a risolvere il disfacimento di questa maggioranza. È meglio che vengano in Parlamento a certificare la crisi, il Paese, con tutti i problemi che ha, non può vivacchiare aspettando ogni sera il bollettino meteo di Arcore». Piero Fassino avverte: «Un'alternativa cammina su due gambe. Certamente su un programma che parli al Paese, ma anche su uno schieramento che lo porti avanti. E io non penso che un'alleanza che vada dall'Udc alla sinistra passando per il Pd sia un'ammucchiata» e quanto alle primarie «il Pd ci va con Bersani candidato premier». Un confronto sul quale Nichi Vendola, leader di Sinistra ecologia libertà, dice: «La mia proposta al Pd è organizzare subito le primarie. Sono il valore aggiunto che può dare un'anima popolare al corpo smorto del centrosinistra e mettere in campo un'idea progettuale alternativa a Berlusconi e al berlusconismo».

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