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E da Geronzi assist a Silvio

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Cesare Geronzi

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Difficile capire se le notizie provenienti da Rimini abbiano influenzato le decisioni del vertice di Lesa. Di certo, mentre discuteva con Umberto Bossi, Silvio Berlusconi ha ricevuto dal Meeting di Comunione e liberazione due assist di un certo peso. A darglieli sono stati il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia e, soprattutto, quello di Generali group Cesare Geronzi. Entrambi, infatti, hanno ribadito in maniera chiara che l'esecutivo ha la fiducia degli elettori e quindi deve governare. Sbagliato parlare di elezioni e governi tecnici. Bisogna concentrarsi sui problemi veri e sulle riforme che servono per permettere al Paese di tornare a crescere. E se per Marcegaglia si tratta di un conferma di quanto più volte dichiarato per Geronzi è una novità. Tutt'altro che irrilevante. Il numero uno della compagnia assicurativa non ama parlare in pubblico, ma per il Meeting ha fatto un'eccezione. «Io non vado mai da nessuna parte - spiega -, e sono qui per la prima volta perché non tutti sanno che don Giussani ha avuto una frequentazione della mia famiglia nella mia casa ai Castelli romani. Lì ho avuto la fortuna di presenziare ad un incontro tra don Giussani e Guido Carli che considero il mio maestro. È stato questo ricordo a convincermi di accettare l'invito, e sono molto lieto di averlo fatto in quanto questa realtà vista da vicino è molto diversa da come si percepisce da lontano». Anche per questo Geronzi vuole «assaporarla» fin nei minimi particolari. Arriva intorno a mezzogiorno e subito si getta tra il popolo di Cl. Visita la mostra realizzata dalla Fondazione per la Sussidiarietà sul tema della crisi e sosta presso gli stand della ristorazione. Quindi, dopo aver pranzato in uno dei privè riservati agli ospiti della kermesse (Marcegaglia arriva intorno alle 14.15 e lo raggiunge), si presenta in conferenza stampa dove, interrogato, dice la sua sull'attualità politica: «Questo governo ha il dovere di governare. Se non avrà la maggioranza in Parlamento, allora e solo allora si vedrà perché andare alle elezioni e chi è l'autore della caduta dell'esecutivo. Il popolo si è espresso plurime volte a favore di questo governo. Vediamo cosa succede il giorno in cui in Parlamento chi ha ricevuto il voto per governare si dissocia dalla maggioranza. Allora probabilmente i risultati saranno inevitabili». Sulla stessa lunghezza d'onda Marcegaglia che boccia sia il voto che ipotetici governi di transizione per fare una nuova legge elettorale («quale legge? io sono per il maggioritario e per l'alternanza»). Quindi i due si dirigono verso la sala dell'incontro e anche qui Geronzi si mostra particolarmente «filo-governativo». «L'impegno dell'esecutivo - spiega promuovendo la Manovra - è valso a evitare impatti straordinari della crisi finanziaria globale». Ora, prosegue, «dobbiamo impegnarci ancora di più» anche se subito aggiunge: «È senz'altro positivo avere incluso fisco e Mezzogiorno nei prioritari indirizzi programmatici che si propongono per l'azione del governo in questa fase. Sarà interessante verificare gli interventi che si progettano sotto questi titoli». Più «sanguigna» Marcegaglia che scalda la platea quando chiede alla politica «concretezza e compostezza». «Stia sui temi della crescita, del lavoro, della disoccupazione - incalza -. Non ci interessano le contese leaderistiche, i cognati e gli appartamenti». Anche per questo, quando le agenzie battono le prime notizie sul vertice esulta: «Sono soddisfatta. La nostra posizione è molto chiara: il governo deve governare e portare avanti il programma. Non farlo sarebbe un tradimento della gente seria e perbene che nel nostro Paese vuol fare le cose».

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