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L'occhio della Procura sul patrimonio di Ely

Gianfranco Fini ed Elisabetta Tulliani

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Adesso anche i magistrati vogliono vederci chiaro sulla ricchezza di Elisabetta Tulliani, la compagna di Gianfranco Fini. Mentre la coppia viene fotografata quotidianamente sulla spiaggia di Ansedonia dove sta passando le vacanze, la Procura di Perugia pare abbia appena avviato un'inchiesta sul patrimonio di Ely. La notizia viene data in un servizio del settimanale Panorama, oggi in edicola. Secondo il settimanale nel capoluogo umbro è stato aperto da poco un fascicolo «modello 45», cioè «quello che contiene notizie che potrebbero tramutarsi in ipotesi di reato, con conseguenti iscrizioni sul registro degli indagati». Alla base dell'iniziativa giudiziaria - è stato spiegato in una nota del settimanale - sono le dichiarazioni rilasciate da Luciano Gaucci, ex proprietario del Perugia calcio (per il cui fallimento era finito sotto processo con l'accusa di bancarotta fraudolenta), e che dal 1997 al 2004 è stato legato a Elisabetta Tulliani. Gaucci sostiene che molti dei beni appartenenti alla ex compagna le furono «intestati fiduciariamente». Sempre a Panorama, il 12 agosto, Gaucci aveva dichiarato: «Se la procura di Perugia ritiene illecito il mio patrimonio e lo ha sequestrato, perché non fa la stessa cosa anche con i beni che ho affidato alla mia ex compagna? O, almeno, perché non le chiede di dimostrare l'origine della sua ricchezza?». Il settimanale Mondadori riferisce anche che il procuratore facente funzioni di Perugia, Giuliano Mignini, ha incaricato il sostituto procuratore Antonella Duchini di lavorare sul fascicolo relativo al patrimonio di Elisabetta Tulliani. Il pm Duchini è lo stesso che si è occupato del procedimento che riguarda la bancarotta fraudolenta per il fallimento del Perugia calcio di Gaucci. Le possibili ipotesi di reato per la vicenda Tulliani, sempre secondo il settimanale, vanno dal concorso in bancarotta fraudolenta alla ricettazione. «Bisognerà vedere le carte» ha dichiarato il pm a Panorama. Oltre che al patrimonio della Tulliani, il settimanale dedica un articolo anche all'isola caraibica di Saint Lucia, dove hanno sede le società coinvolte nella compravendita della casa di Montecarlo: la Printemps, che acquistò l'immobile per 300 mila euro dai tesorieri di Alleanza Nazionale, e la Timara, che tre mesi dopo lo comprò per 330 mila euro. Tutte le società hanno sede al numero 10 di Manoel street. «Ma sul portone – scrive ancora Panorama – non c'è neppure una targa; nemmeno quella della Corporate agents, la società di Michael Gordon, il direttore della società che ha stilato i contratti di formazione della Printemps e della Timara». Contattato dal settimanale, Gordon però dice: «Non ho nessun ricordo della nascita di quelle società: ne faccio talmente tante. E anche se ne avessi non ne parlerei. Sono un avvocato e non è mia abitudine dare informazioni sui miei clienti». Al settimanale il responsabile della Pinnacle, il registro delle International business companies, Lester Martyr, ha spiegato comunque che per creare una società off-shore a Saint Lucia basta andare sul sito internet del registro da qualsiasi paese del mondo: dal momento in cui ci si registra alla costituzione della società, racconta, bastano 24 ore. E non c'è altra isola caraibica che permetta di farlo direttamente. Mentre i giudici vogliono saperne di più sulla ricchezza della Tulliani, Fini in spiaggia si cimenta in dediche su libri di un aspirante poeta pakistano. Il quale ha fatto stampare un libro per il quale non è riuscito ancora a mettere da parte tutti i soldi per pagare il tipografo e ritirare le copie. Fini ieri ha ascoltato la storia del poeta Umeed Ali e si è messo a discutere con lui. Alla fine, dopo aver ascoltato con attenzione il suo racconto, il presidente della Camera ha scritto una lunga e appassionata dedica sulla «pagina di riguardo» del volume promettendo di aiutarlo. Sbagliando però la data. E il pakistano ha contraccambiato regalando una collanina alla figlia Carolina.

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