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E dietro le quinte "vertice" riservato tra Fini e Letta

Gianni Letta (D) e Gianfranco Fini (S)

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La bara è chiusa. Agli angoli ci sono quattro grandi mazzi di rose rosse. Vicino una ghirlanda dei carabinieri della scorta. Il segretario di Stato Vaticano, monsignor Tarcisio Bertone, sta benedicendo la salma di Cossiga nella camera ardente allestita nella chiesa del policlinico Gemelli di Roma, quando ha inizio un primo sfilare di autorità istituzionali. Sono da poco passate le nove e trenta. Il primo ad arrivare è Gianni Letta, sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Pochi minuti dopo è il turno del capo dello dello Stato Giorgio Napolitano. Poi, in rapida successione, ecco i presidenti di Camera e Senato Gianfranco Fini e Renato Schifani. Il momento è quello della commemorazione, del ricordo, dell'«omaggio a un grande uomo di Stato» come dirà il presidente della Repubbliaca, ma i tempi della politica non possono aspettare. Cossiga, del resto, è il primo a saperlo. Napolitano, Letta, Fini e Schifani dopo aver rivolto il loro saluto al presidente «picconatore» si concedono un breve colloquio che sa di attualità. La chiesa non è ancora aperta al pubblico e i quattro si riuniscono in una sala che si trova accanto, al riparo da occhi indiscreti. Qualcuno ipotizza che gli orari di arrivo delle più alte cariche istituzionali siano stati concordati proprio perché i quattro avessero la possibilità di scambiare due chiacchiere. Potrebbe essere stata un'idea di Berlusconi, ipotizza qualcun altro. Trascorrono una ventina di minuti e Napolitano e Schifani escono dalla porta laterale. Anche il presidente della Camera sta per uscire. Poi, però, rientra con Gianni Letta. I due si intrattengono per una ventina di minuti in una sala riservata. L'ex leader di An ne approfitta per togliersi qualche sassolino dalla scarpa: chiunque alimenti conflitti, «sparando» contro le istituzioni, non fa che danneggiare il Paese e gli italiani, avrebbe detto al sottosegretario. Il possibile riferimento è ad alcune esternazioni di esponenti del Pdl nei confronti del capo dello Stato, ma anche - probabilmente - alle richieste di dimissioni avanzate nei suoi confronti. I due, comunque, escono sorridenti. Adesso la porta della chiesa adesso è aperta. Le corone di fiori non smettono di arrivare. Tutte le più grandi autorità dello Stato rendono l'ultimo omaggio al presidente emerito della Repubblica. Nel pomeriggio arriva anche Berlusconi. Con lui ritorna Gianni Letta. C'è una crisi politica da risolvere.

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