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Vasco Rossi e Massimo Boldi presi nella rete delle Entrate

Vasco Rossi

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L'Agenzia delle Entrate lo aveva detto presentando il bilancio della lotta all'evasione fiscale nei primi sette mesi del 2010. «Non ci sarà scampo per nessuno» aveva tuonato il direttore Attilio Befera. Che ha mantenuto la parola. Ieri nelle maglie dei suoi ispettori sono caduti infatti due beniamini del pubblico: Vasco Rossi e Massimo Boldi. Per il fisco «JamaicaII» e «Cipollina» i due mega yacht non sarebbero a posto nei confronti dell'erario. Il cantante e l'attore rischiano così di vedersi recapitare a breve una cartella esattoriale per sanare la posizione. Entrambi hanno yacht che risultano non intestati a loro ma a società ritenute «di comodo». Cioè nate solo per non far comparire nel patrimonio personale un bene di lusso (yacht, auto e immobili, ecc), evitando così che questo stesso bene venga sottoposto a tassazione. I due artisti sono finiti nel mirino del fisco che indaga in particolare sulle finte società di charter nautico, quelle che noleggiano imbarcazioni in alcuni casi con personale di bordo. Gli 007 delle Entrate hanno individuato, in particolare in Liguria, Campania e Friuli Venezia Giulia, numerosi casi di società che, sotto le mentite spoglie di «noleggio di mezzi di trasporto marittimo e fluviale», coprono il mero utilizzo personale delle imbarcazioni di lusso da parte dei diretti titolari. Tecnicamente si tratta di società unipersonali, o con pochi soci riconducibili allo stesso ambito familiare, con minimo capitale sociale (10 mila euro) che detengono un'unica imbarcazione in leasing, la cui reale attività non è rivolta al mercato ma è indirizzata al mero godimento del bene da parte dei diretti titolari. Infatti, il natante viene noleggiato esclusivamente ai soci o ad altre società che hanno la medesima compagine sociale. Dichiarare di svolgere l'attività di noleggio, anziché di possedere a titolo personale la medesima imbarcazione, infatti, «permette di ottenere numerosi vantaggi di natura fiscale, economica e finanziaria - spiega ancora l'amministrazione fiscale - come la separazione del proprio patrimonio da quello della società, con il beneficio della responsabilità limitata; il mancato esborso dell'Iva sui costi riconducibili all0acquisizione dell'imbarcazione in leasing; la mancata applicazione delle accise sul gasolio (circa il 50% del prezzo del gasolio), che comporta anche un risparmio in materia di Iva. Esattamente le accuse mosse a Rossi e Boldi che in Liguria affittano due yacht, entrambe di 24 metri, da due società - a detta delle Entrate - riconducibili proprio ai 2 vip. In particolare la società di Vasco sarebbe per oltre il 90% intestata al cantante e solo per una minima quota ad altri soci residenti in Svizzera, sui quali sarebbero in corso ulteriori accertamenti. La portavoce di Vasco getta acqua sul fuoco: «nulla da temere». Boldi ha spiegato «di aver sempre fatto uso della propria barca in maniera del tutto regolare e rispettosa delle leggi fiscali in materia, con bandiera italiana».  

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