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Silvio all'attacco: "No ai disfattisti"

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Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi

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In pubblico neanche una parola. In privato Silvio Berlusconi non perde una battuta dell'affaire Montecarlo. Si è letto e riletto la nota di Fini e il messaggio che filtra tra i big del Pdl è di non far calare la tensione e l'attenzione. Tenere Fini sulla graticola. Indebolirlo. Lavorarlo ai fianchi e mantenere i contatti con i suoi uomini più moderati come Silvano Moffa e Roberto Menia. Mediare in privato e far partire attacchi in pubblico. Non è un caso che Daniele Capezzone, portavoce del Pdl, va all'attacco: «Se Gianfranco Fini vuole compiere un atto di dignità e non di viltà politica deve rassegnare le dimissioni da presidente della Camera». Parole che seguono quelle di Daniela Santanchè appena due giorni fa, subito dopo la giustificazione del presidente della Camera sull'appartamento dato in eredità ad An e ora dimora del cognato Giancarlo Tulliani. Parole che ovviamente fanno infuriare i finiani che chiamano in causa il premier affinché venga allo scoperto. Ma il Cavaliere, di intervenire sulla vicenda, per il momento non ci pensa neppure. Anzi, ieri sera, forse per festeggiare, si è regalato un party con pochi intimi a villa Campari, la nuova dimora comprata l'anno scorso sul Lago Maggiore. Niente Fini in pubblico, dunque. Berlusconi manda un messaggio ai Club della Libertà nel quale invita: «La mobilitazione permanente è necessaria per contrastare i disfattismi e i personalismi di chi antepone i propri particolari interessi al bene di tutti, al bene del Paese». Non cita Fini ma il suo sembra un riferimento indiretto anche perché più avanti stigmatizza coloro che si perdono nelle «solite chiacchiere». Mentre lui, Silvio, ci tiene a mostrarsi come l'uomo del fare: in fin dei conti il Silvio che è più piaciuto agli italiani. Ed è per questo che Berlusconi rilancia: «Siamo giunti alle meritate vacanze - scrive ai Club - al termine di un anno difficile nel quale il governo ha affrontato con determinazione, con efficacia e con competenza le sfide per un'Italia più moderna e sicura. In questi ultimi dieci giorni, mentre altri producevano le solite chiacchiere, noi abbiamo approvato quattro importanti provvedimenti». Berlusconi ricorda «la manovra economica, che mette in sicurezza i conti dello Stato e prevede decisive innovazioni sul campo della semplificazione legislativa». Il Senato, aggiunge, «ha approvato una fondamentale riforma dell'Università per rimettere al centro il merito a discapito delle baronie. Ancora, la riforma del Codice della strada, la più importante dai tempi della patente a punti, determinante per rendere le nostre strade più sicure e fermare quella mattanza che costa ogni anno quasi 5.000 vite umane». Infine, osserva il premier, «ancora una volta con i fatti, abbiamo dato un segnale fortissimo per la lotta alla mafia con l'approvazione al Senato del Codice unico contro le mafie, che conferma la dirompente azione del governo nel contrasto alla criminalità con la cattura di oltre seimila presunti mafiosi, di 26 dei 30 latitanti più pericolosi e con il sequestro di 13 miliardi di beni mafiosi. Risultati importantissimi che sono la prova concreta di come stiamo realizzando gli obiettivi del programma di governo». Per il momento Berlusconi resterà a Milano. Base ad Arcore. Qualche giro in zona, vecchi amici. Pranzo con Niccolò Ghedini, giorni di risposo. Forse a Ferragosto farà tappa a Villa Certosa, in Sardegna. D'altro canto venerdì è il compleanno di sua figlia Marina e come ogni anno Berlusconi lo ha festeggiato con i figli nella villa di Porto Rotondo. La settimana prossima è già in cantiere il ritorno a Roma. Berlusconi vorrebbe mettere mano al partito. Sta studiando un radicamento capillare sul territorio. Quello che Fabrizio Cicchitto ha chiamato «quartiere per quartiere». Il che farebbe immaginare che al di là di tutto ormai la strategia è finalizzata a un voto che s'avvicina sempre di più. Elezioni o non elezioni, tuttavia, quella che si sta combattendo è anche una battaglia sul territorio. I finiani finora hanno raccolto poco o nulla nelle Regioni e negli enti locali. Se si rompe quella diga per il Pdl son dolori.

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