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Fini ai suoi: leali al governo

Gianfranco Fini

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Fedeltà e lealtà verso il governo, ma libertà di dissentire su ciò che non è nel programma presentato agli elettori. Questa la strada indicata ieri da Gianfranco Fini, parlando ai suoi riuniti a cena. Fini, apparso cauto per mantenere saldi i rapporti con l'ala moderata del partito, ha citato l'esempio della finanziaria: «Se si dovesse votare ora, voteremmo sì, ma voteremmo no nei confronti delle marchette sulle quote latte». E sul federalismo: «Nessuno è contrario - ha detto - ma va congegnato in modo da non penalizzare alcune aree del Paese». Fini non accetta l'accusa di lavorare per un terzo polo. Del resto, ha osservato «è notorio che Berlusconi ha cercato di avvicinare l'Udc di Casini e l'Api di Rutelli senza esserci riuscito. Ora - ha aggiunto - una forza di maggioranza, come siamo noi, che si confronta con queste due forze non può essere definita un traditore». E ha aggiunto: «Servono, in questa fase, nervi saldi e idee chiare: dobbiamo essere consapevoli che quanto fatto finora forse è nulla rispetto a quanto ci aspetta, a cominciare dalla campagna di fango mediatica e dalle varie minacce, come quella di elezioni anticipate. Minacce - ha spiegato Fini - non tanto da parte di Berlusconi, ma soprattutto provenienti da pseudo berlusconiani». Fini ha invitato ad essere «estremamente parchi nelle dichiarazioni, vale per tutti e per nessuno», chiede poi unità tra i finiani e chiede «di trovare sempre una sintesi unitaria: è una necessità assoluta. Bisogna cancellare ogni distinzione tra falchi e colombe». «È finita la fase dell'arcipelago - ha aggiunto - L'idea è individuare una persona, Roberto Menia, che coordinerà tutte le iniziative, come Generazione Italia. Uno dei problemi del Pdl è che spesso la mano destra non sapeva cosa faceva la mano sinistra». Per coordinare i gruppi parlamentari indica Silvano Moffa. Capogruppo alla Camera di Futuro e Libertà Italo Bocchino, affiancato da due vice, Benedetto Della Vedova e Giorgio Conte. Al Senato, a settembre, capogruppo Pasquale Viespoli.

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