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Caliendo, mercoledì il voto alla Camera La Russa: il governo tiene, ha i numeri

Ignazio La Russa

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{{IMG_SX}}L'aula della Camera voterà mercoledì sulla mozione di sfiducia al Sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, sotto inchiesta nell'indagine sulla cosidetta P3,presentata dalle opposizioni. Lo ha stabilito la Conferenza dei Capigruppo di Montecitorio presieduta da Gianfranco Fini, che ha approvato ancora una settimana di lavori parlamentari, fino al voto su Caliendo. Domani saranno esaminati e votati dall'aula i decreti in scadenza del Governo già convertiti in legge dal Senato, sull'energia e sul trasporto marittimo-Tirrenia. IL GOVERNO NON E'A RISCHIO - La rottura tra il premier, Silvio Berlusconi, e il presidente della Camera, Gianfranco Fini, non mette a rischio la tenuta del governo. Ne e' convinto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, a Milano per un incontro alla Lega Calcio. "Non abbiamo alcun dubbio - ha spiegato La Russa - che la legislatura possa continuare con un forte sostegno al governo. Sicuramente i numeri ci sono e non sono numeri a sorpresa. I numeri che sono venuti fuori erano quelli che avevamo prospettato tutti al presidente Berlusconi. Almeno tutti noi ex di Alleanza Nazionale". Il ministro della Difesa non ha dubbi sul fatto che anche alla Camera, e non solo al Senato, i numeri siano chiari: "Non è a rischio dunque la tenuta del governo. C'è un evento politico. La nascita, per lo meno alla Camera, di un altro gruppo in cui però i parlamentari che vi aderiscono, e che sono una parte minoritaria degli ex An più uno o due che provengono dagli ex di Forza Italia, hanno dichiarato unanimemente di voler continuare a sostenere il governo. Se dovessero non essere sinceri dovremmo contare chi oggi dice una bugia e chi no". FUTURO E LIBERTA' - Ormai prossimo al varo il nuovo gruppo di Futuro e Libertà per l'Italia al Senato, dove la componente finiana ha raccolto l'adesione dei dieci senatori sufficienti per la costituzione di una rappresentanza parlamentare autonoma. Le pratiche formali per la fondazione del gruppo di Fli sono già a buon punto e oggi i senatori che hanno deciso di uscire dal Pdl e seguire Gianfranco Fini nella sua nuova partita politica, si sono incontrati a Palazzo Madama per sottoscrivere i moduli e espletare le formalità regolamentari, che prevedono in primo luogo le dimissioni dal gruppo del Pdl e successivamente le comunicazioni al presidente Renato Schifani dell'adesione alla nuova rappresentanza del Fli. Sono dieci quindi i senatori di Futuro e Libertà: Mario Baldassarri, nominato capogruppo provvisorio; Egidio Digilio, Giuseppe Menardi, Francesco Pontone, Giuseppe Valditara, Pasquale Viespoli, Candido De Angelis, Maria Ida Germiontani, Barbara Contini e Maurizio Saia.   BOCCHINO: SERVE UN NUOVO PATTO DI FINE LEGISLATURA - Un "patto di fine legislatura" senza il quale lo scenario, alla luce della crisi nella maggioranza, rischia di complicarsi. Lo scrive Italo Bocchino sul sito di Generazione Italia. "I cannoni devono smettere di tuonare, da una parte e dall'altra - scrive -, i nuovi gruppi parlamentari devono portare il confronto nell'ambito della maggioranza chiedendo appositi vertici per condividere il da farsi ed evitando problemi in parlamento, dove tutti devono impegnarsi a sostenere il programma, anche se, come ha detto lo stesso Fini, 'Futuro e libertà per l'Italia' non esiterà a contrastare norme ritenute sconvenienti rispetto all'interesse generale". "Senza patto di legislatura - spiega Bocchino - gli scenari si farebbero più complicati. L'arma del voto immediato è spuntata e rischiosissima, la strada di governi alternativi è impervia e non rispettosa della volontà popolare. Berlusconi deve riflettere bene prima di fare la prossima mossa, soprattutto dopo l'errore di aver sbagliato i conti sulla consistenza delle truppe del presidente della Camera. Si ripete l'errore quando si teorizza che Fini sarebbe costretto a fare un partitino alleato poco corposo e per nulla influente o che finirebbe per essere solo. Come ha detto il collega Pasquale Viespoli al Mattino "di sicuro non coltiveremo la solitudine". La prospettiva di una An dimezzata non può essere l'orizzonte di Fini, come non può esserlo la corsa solitaria, tanto più che i sondaggi dicono chiaramente che il presidente della Camera ha un peso elettorale che lo rende comunque centrale. Ecco perché soltanto un patto di legislatura può salvare l'attuale assetto bipolare, il governo e la maggioranza".  

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