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Caso Caliendo, Fini: "Idee chiare"

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Gianfranco Fini

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"Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha già idee chiarissime sulla mozione di sfiducia delle opposizioni nei confronti del sottosegretario Giacomo Caliendo sotto inchiesta nell'indagine sulla cosidetta P3 e le discuterà con il suo gruppo un attimo prima dell'eventuale voto sulla mozione di sfiducia". Lo fa sapere, in una nota, il portavoce del presidente della Camera, Fabrizio Alfano. La possibilità che la mozione di sfiducia a Caliendo non  venga messa questa settimana in votazione in aula alla Camera nello spazio di lavori settimanali riservato alle opposizioni come da loro richiesta, è legata a due possibilità. La prima è che il sottosegretario Caliendo si dimetta dal Governo prima del voto parlamentare. La seconda è che il Governo decida di non far proseguire oltre i lavori di aula a Montecitorio. CONFERENZA DEI CAPIGRUPPO Domani alle 18, infatti, Fini ha convocato la Conferenza dei capigruppo della Camera proprio per decidere se stilare un calendario di lavori anche ad agosto oppure no. Al momento, infatti, erano previste sedute fino al 31 luglio. Ma sono ancorada convertire in legge due decreti del Governo, quello Tirrenia sul trasporto marittimo e quello sul nucleare e le energie rinnovabili. Scontato il sì dell'opposizione ai lavori la prima settimana di agosto per votare su Caliendo, se il Governo annuncerà il ritiro dei decreti e la decisione di lasciarli decadere, la maggioranza avrà buon gioco a votare contro un nuovo calendario di agosto, rinviando a settembre la ripresa  dei lavori d'aula. DI PIETRO SFIDA FINI «Sfido Fini: ci faccia capire se davvero la sua è una battaglia in nome della legalità o se è solo una furbata. Ci aspettiamo che i finiani votino con noi e il Pd la mozione di sfiducia nei confronti del sottosegretario Caliendo». È quanto afferma in un'intervista pubblicata dal Fatto Quotidiano, il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro che aggiunge: «Rivolgo un appello a Fini e a Bersani per un voto di sfiducia al governo Berlusconi. Ma è un accordo che dura il tempo di un battito d'ali, dopodichè ognuno torna nella sua identità ideologica».  Secondo il presidente dell'IdV poi si andrebbe «alle elezioni, noi nel centrosinistra e lui nel centrodestra». Sull'elezione dei membri laici del Csm, Di Pietro lancia una frecciata al Pd: «Ha dimostrato ancora una volta di essere un partito fatto di ammiccamenti, di speculazioni. Il Pd non è nè carne nè pesce e questo ci impone di creare un'alternativa, non possiamo aspettare che si sveglino». Ma iL leader Idv è contrario ad un governo di transizione perchè «è un'ammucchiata generale a cui non parteciperemo perchè non crediamo a coalizioni trasversali che durano un anno o un giorno. Serve giusto quel battito d'ali per far finire il governo Berlusconi, serve il voto dei finiani». «Se, invece - conclude - continuano a votare il ddl sulle intercettazioni, le mancate autorizzazioni a procedere o la fiducia a Caliendo, allora no. Di un Berlusconi in miniatura non ne abbiamo bisogno», «ci serve un partito della legalità, non dell'ipocrisia».  

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