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La nuova P2 a caccia di denaro anche alla Bps

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Denis Verdini

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Ogni contatto aveva solo lo scopo di raccogliere fondi. Qualsiasi operazione serviva per fare cassa per poter poi avviare il loro progetto: mettere le mani sugli impianti eolici in Sardegna. Per riuscirci la nuova P2 aveva però bisogno di trovare denaro, anche con l'appoggio del mondo finanziario. Una delle operazioni, questa volta però andata male, è stata quella di coinvolgere il presidente della Banca popolare di Spoleto. È stato lo stesso Flavio Carboni, arrestato lo scorso 8 febbraio insieme con Arcangelo Martino e Pasquale Lombardi, a parlarne al telefono con un altro indagato, il senatore Pdl Marcello Dell'Utri. Una conversazione registrata il 26 agosto 2009 dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, diretti dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, tra Carboni e Gino Mariotti, azionista della società Karis, (che ieri ha respinto qualsiasi coinvolgimento), Carboni chiede di poter parlare proprio con il presidente Bps. Carboni: «...detto ciò volevo dirti la banca di cui tu mi vuoi presentare il presidente? Spoleto? Antonini si chiama? ...ah ...ecco qui c'abbiamo un'operazione di quelle chiuse, no? esce e rientrano ma con gara ...cioè ...chiuse significa che stanno costruendo ...essendo una cooperativa quelli che comprano ci sono già i contratti...». Mariotti si informa con quale società si dovrà operare e Carboni prima risponde: «...la società della persona mica la nostra...» e poi, riferendosi alle modalità operative afferma «però si apre la sede legale come si fa sempre no? ...si apre la sede legale lo sappiamo ...come si fa anche per l'operazione che stiamo ...conducendo». Il presidente Bps, comunque, ha negato contatti con Carboni. Il modus operandi degli indagati era sempre lo stesso: aprivano e chiudevano società, intestate a prestanome, con le quali, secondo la procura di Roma, compievano le attività illecite. Proprio per far luce anche su questi movimenti di denaro, i pm romani da lunedì inizieranno a interrogare altri indagati, tra i quali il coordinatore Pdl Denis Verdini e Marcello Dell'Utri. A dover varcare l'ingresso del palazzo di Giustizia, anche il sottosegretario Giacomo Caliendo, il presidente della Lombardia Roberto Formigoni, il capo dell'ispettorato del dicastero della Giustizia Arcibaldo Miller e il presidente della Corte d'appello di Milano Alfonso Marra. Il mirino degli inquirenti, per ora, è puntato soprattutto sul compormento tenuto da Formigoni e Caliendo. Nei prossimi giorni non si escludono nuove iscrizioni sul registro degli indagati. Carboni intanto da due giorni è detenuto nel reparto di medicina protetta dell'ospedale Belcolle di Viterbo, dove è stato trasferito dal centro diagnostico di Regina Coeli.  

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