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Manovra: le Regioni dicono "no"

Vasco Errani

Tremonti non vuole fare il bis

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Riunitasi questa mattina, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome è tornata a bocciare la manovra economica ora al vaglio della Camera. Intanto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, fa sapere che il governo "non metterà alcuna tassa sulla prima casa" e "non ha fatto "alcuna retromarcia" sull'imposta municipale unificata: "Saranno i comuni con delibere comunali a scegliere che menù fiscale vogliono offrire ai cittadini".   LA POSIZIONE DI ERRANI - «Sono i numeri stessi della manovra del ministro Tremonti a dimostrare quanto essa pesi in modo oggettivamente sproporzionato sulle Regioni rispetto, in particolare, ai Ministeri, con un taglio strutturale superiore del 57% a quello delle Amministrazioni centrali». Lo ha dichiarato il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, in riferimento a quanto affermato dal Ministro dell'Economia oggi in Commissione Bilancio della Camera. «La nostra proposta al governo - ha sottolineato Errani - non è cambiata ed è quella di un riequilibrio dei pesi della manovra: ciascun livello tagli in proporzione a quanto spende. In secondo luogo le Regioni hanno sempre fatto un ragionamento che non isolava ma inseriva la manovra nel contesto della finanza pubblica: sia in riferimento alla legge 42 sul federalismo fiscale, sia in riferimento all'andamento dei conti degli ultimi anni, ricordando in particolare il contributo dato al debito nel triennio 2007-2009 dalle Regioni (-6%) e dai Ministeri (+11,7%). Per questo - ha spiegato - gli 8,5 miliardi di euro di tagli ai fondi regionali riteniamo siano insostenibili: perchè finiscono per pesare gravemente sui servizi per i cittadini e le imprese, in aperto contrasto con l'articolo 119 della Costituzione che prevede la corrispondenza fra competenze assegnate e relative risorse». Lo ribadisco: le Regioni sono per la leale collaborazione, non hanno interesse a polemiche di alcun tipo - ha concluso Errani - Chiedono che si metta in piedi un confronto vero con il governo sia sui risparmi da attuare in modo coordinato, sul merito della manovra che chiediamo venga corretta con i successivi provvedimenti finanziari da assumere entro l'anno, e sui temi dell'attuazione del federalismo fiscale, sui quali è essenziale un lavoro comune».  

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