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Mollo tutto

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Dopo un anno di lavoro sono arrivate le ferie agognate. Ma la calma che ci si aspettava di trovare nello stabilimento scelto dopo accurate selezioni non c'è. Centinaia di persone parlano del «nulla assoluto» ad alta voce, i bambini, quelli degli altri strepitano a un passo del vostro orecchio a 1000 decibel. I vostri sono in acqua e bisogna seguirli con le capacità divinatorie del terzo occhio mentre la moglie chiede attenzione. Sempre e comunque. Insomma quel mostruoso tomo, opera eccelsa dell'ultimo scrittore della nouvelle vague letteraria indiana, acquistato in un giornata invernale e avidamente guardato ogni sera sul comodino, dove è rimasto praticamente intonso, non lo si riesce proprio ad aprire. Meglio chiudere gli occhi e pensare al ritorno. Dove ad attendervi ci sono però le bollette, le rate del mutuo e dell'assicurazione auto. E poi l'asilo per i bimbi, e il condominio. E la stangata sul casello e la manovra. Basta. Mollo tutto. Un'idea che può non restare solo tale. Molti lo hanno già fatto.   E ragionando con freddezza è più semplice di quanto si possa immaginare. Serve solo un giusto mix di ingredienti. Il primo è la motivazione. La scelta deve essere seria e ragionata perché spesso la paura inconscia di trovarsi peggio reprime ogni istinto di fuga. Fatto questo, però, si può passare alla fase operativa. Il luogo è fondamentale. Classico il paradiso tropicale. Quello in voga negli anni '90 come Santo Domingo o Malindi in Kenia. In questo secondo con circa 80 mila euro si può acquistare una villa con piscina sotto le palme. Il vantaggio è il costo del lavoro del personale di servizio. Con cifre risibili si può contare su uno stuolo di camerieri, cuochi e giardinieri da anni a contatto con italiani. Comodo. Da considerare anche la Thailandia. La sommossa delle camicie rosse non ha messo a rischio la sicurezza dei cittadini. Una casa con piscina nell'entroterra a un chilometro dal mare costa tra i 50 e i 100 mila euro. E per vivere bene, con alti standard occidentali, bastano circa 500 euro al mese. In voga da qualche anno anche il Brasile. Economia emergente, ricca e piena di vitalità. Basta uscire dalle città più note per trovare una natura rigogliosa e vita semplice. Una «posada» su un'isola deserta di fronte a Salvador de Bahia, in grado di trasformarsi in un alberghetto per turisti occidentali, può costare al massimo 70 mila euro. Ananas e noci di cocco compresi nel prezzo. Non occorre andare lontano e superare oceani per trovare un'altra vita. Due soluzioni sono a portata di mano degli italiani. L'occidentale e francesizzante Tunisia è a un'ora di aereo da Roma. Il costo della vita è ancora accettabile, il paese ha servizi e standard europei e una villa di sei stanze a Kelibia, vicino alla capitale non supera i 100 mila euro. Per chi cerca ancora più esotismo è buono il Marocco. A Marrakech una casa nel quartiere antico si può prendere anche con 50 mila euro. Infine, anche se la lista è molto più lunga, bisogna considerare anche Cuba. Che può essere scelta sia per ragioni ideologiche (è l'ultimo baluardo del comunismo) sia perché lentamente il governo di Castro sta aprendo il paese agli investitori stranieri e sono concesse più libertà economiche che nel passato. La vita non è cara. Anzi molto economica per il supereuro visto che l'economia cubana anche se sotto embargo è agganciata al dollaro. Mille euro equivalgono a 2 anni e mezzo di stipendio medio ma in termini di potere d'acquisto reale bastano a soddisfare i bisogni di una famiglia di quattro persone per quattro mesi.   Ma c'è un'altra ragione per preferire Cuba se si decide di gettare tutto alle ortiche in patria. Per investire e superare le regole stingenti scritte per gli stranieri il sistema più semplice è quellop di sposare una cubana. Considerata la proverbiale bellezza delle ragazze di L'Havana trasferirsi a Cuba può consentire a chi fugge dall'Italia di prendere «due piccioni con una fava». Attenzione però. C'è un ultimo punto da considerare. E cioè che fare nel nuovo paradiso. Dopo sei mesi di bagni e noci di cocco la noia può prendere il sopravvento. Se non si gode di grosse rendite poi bisogna trovare un lavoretto. Guida, ristoratore o import-export. Va bene tutto. Una sola avvertenza. Non troppo per non ritrovarsi di nuovo con bollette e rate del mutuo espresse in dinari o dollari cubani.  

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