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Vendola rilancia la candidatura Il Pd tace ma Di Pietro scalpita

Il presidente della Regione Puglia e portavoce nazionale di Sel, Nichi Vendola, agli stati generali delle Fabbriche di Nichi, a Bari

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Nichi Vendola coglie in contropiede il centrosinistra con la sua autocandidatura alla guida della coalizione: il suo annuncio lascia infatti intendere l'imminenza di possibili elezioni politiche mentre proprio il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, rilancia la proposta di una «fase di transizione», cioè un rinvio delle urne dopo un'ipotetico post-Berlusconi. In ogni caso, il passo in avanti di Vendola suscita la reazione contraria di tutti gli alleati più piccoli del centrosinistra, da Di Pietro alla Sinistra radicale, mentre la segreteria del Pd evita di rispondere alla polemica. Dopo l'autocandidatura avanzata domenica da Vendola, all'assemblea della sua Fabbrica, una risposta indiretta è venuta da Bersani che, su «Repubblica» rilancia l'idea di una «fase di passaggio», che non è il governo di larghe intese proposto da Casini, che includeva Berlusconi. Il governo di transizione, infatti, deve portare «a un film nuovo» con il superamento del Berlusconismo. «La fase di passaggio di cui parla Bersani - ha immediatamente attaccato Vendola - è un discorso dal mio punto di vista poco chiaro, si ha la sensazione che ci sia un giudizio che differenzia l'azione di Tremonti da quella di Berlusconi». «Se il centrosinistra - ha aggiunto - pensa di offrire proposte transitorie e deboli come governi tecnici e larghe intese, se non mettono in campo un'alternativa, allora io penso che invece fuori dal centrosinistra e dalla nomenclatura la domanda di cambiamento Š lunga e larga quanto tutta l'Italia». E questa domanda, questa «speranza» la incarna lui. Ma non la pensano così quelli che potrebbero essere i suoi alleati. Attacca a testa bassa Antonio Di Pietro, che invita Vendola a risolvere prima i problemi della Puglia: «l'economia a pezzi, i giovani senza lavoro, a cui non possono bastare la fabbriche immaginarie di Vendola». Per non parlare delle inchieste sugli assessori della sua precedente Giunta. E poi lui ha vinto solo «per demeriti della coalizione del Centrodestra, che si è divisa». Oliviero Diliberto ha definito la candidatura di Vendola «fastidiosa ed inutile», e il socialista Riccardo Nencini «intempestiva», visto che non c'è ancora «nè coalizione nè programma». E anche Paolo Ferrero ha criticato il suo ex collega di partito. A prendere le difese del governoatore della Puglia è Franco Giordano di Sel, che parla di Diliberto e Ferrero come di «voci dell'oltretomba». E Claudio Fava ha invitato Di Pietro a prendersi «una vacanza» per evitare i giornalieri attacchi a Vendola.  

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