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"Intercettazioni, si troverà l'accordo"

Silvio Berlusconi al premio Grande Milano

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Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è convinto che si troverà un accordo di tutti coloro che devono intervenire per l'approvazione della legge sulle intercettazioni. Parlando sulle guglie del Duomo di Milano, dove ha ricevuto il Premio Grande Milano, il premier ha ricordato che sulla legge di cui si sta occupando da due anni e mezzo in Parlamento «ancora non c'è l'accordo di tutti. Io - ha aggiunto - penso che ce la faremo». Ieri sera Silvio Berlusconi ha parlato anche dell'operosità che è servita a costruire il Duomo di Milano e che ancora caratterizza i milanesi e il suo governo. E tra gli obiettivi che si pone ha messo «garantire libertà, giustizia e riservatezza che ancora non sono completamente adempiute». «Noi - ha spiegato - cerchiamo di farlo in mezzo a mille difficoltà». Tra queste il premier ha messo il fatto che «chi governa opera sulla spinta della sua personale autorità, dato che il potere è frantumato fra tanti, dal Parlamento alla Corte Costituzionale». La giornata era cominciata con la visita all'università telematica e Campus di Novedrate dove il Premier, davanti a una platea di studenti, non ha perso occasione per un paio di battute ironiche: destinatari il presidente del Pd e il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. Ed è stata subito polemica. Spesso, avrebbe affermato Berlusconi secondo diverse testimonianze, viene detto che le persone che il presidente del Consiglio nomina sono tutte carine, veline e senza cervello. Ma, avrebbe aggiunto, ecco qui delle belle ragazze che si sono laureate con il massimo dei voti e che non assomigliano certo a Rosy Bindi. Considerazioni che non hanno mancato di sollevare l'immediata reazione dell'opposizione. «Faccio i miei complimenti alle studentesse per il conseguimento della laurea - puntualizza la stessa Bindi - Su quello che ha detto il Presidente del Consiglio - aggiunge - mi limito con tristezza a prendere atto che tra i tanti segnali della fine dell'impero c'è anche questa ormai logora ripetitività delle sue volgarità». Parole cui hanno fatto eco quelle del capogruppo alla Camera dell'Idv, Massimo Donadi (che definisce l'uscita del premier una battuta da «troglodita») e del presidente della regione Puglia, Nichi Vendola secondo cui «Berlusconi fa tutte quelle battute sulle donne perché è il prototipo di un certo maschilismo un po' guascone». In serata, però, Berlusconi ha precisato: «Non era una battuta volgare». Repliche, quelle della minoranza che non hanno riguardato, tuttavia, solo la sortita del premier sul fronte femminile ma anche il parallelo tracciato dall'inquilino di Palazzo Chigi tra il suo excursus universitario e quello del numero uno dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. Quando studiavo per prepararmi agli esami - avrebbe sostenuto Berlusconi parlando del suo impegno all'università - lo sapeva tutto il condominio in cui abitavo e, per questo, faceva silenzio per permettermi di prepararmi bene: poi, superato l'esame, si faceva festa. Quanto a Di Pietro, avrebbe ancora sottolineato Berlusconi secondo i partecipanti all'incontro, appare difficile capire perché nel suo paese nessuno sapesse niente della sua laurea. Battuta salace che il leader dell'Idv non ha gradito annunciando querela e sfidando il premier a presentarsi in un'aula giudiziaria. «Invece di continuare a offendere la mia storia personale - osserva il fondatore dell'Idv - rinunci ad avvalersi dell'insindacabilità prevista dall'articolo 68 della Costituzione, così vedremo davanti ai giudici chi ci capisce di più non solo di italiano ma anche di diritto. Anche per queste sue ultime affermazioni - conclude - lo querelerò augurandomi che si decida ad affrontarmi a viso aperto in un'aula di Tribunale».

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