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Silvio tranquillizza il Pdl

Il presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi

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 È una «vergognosa montatura», creata da un «clima assurdo e giacobino», stanno «tentando di coinvolgere il Presidente del Consiglio e il Popolo della Libertà in vicende poco chiare da cui siamo lontani anni luce». Come sempre se all'angolo, in difficoltà o sotto attacco, Silvio Berlusconi va all'attacco lui stesso. In un nuovo messaggio ai Promotori della Libertà, il premier suona la carica e assicura: «Siamo quindi il pilastro portante del governo, e nella realtà e nei numeri non ci sono ipotesi diverse di governo». E le inchieste? La P3? Berlusconi scandisce chiaro e tondo: «Siamo di fronte all'ennesimo tentativo della sinistra di ribaltare per via giudiziaria il risultato delle urne, siamo di fronte all'eterna pretesa e all'eterno sogno della sinistra di far diventare maggioranza la minoranza, con un gioco di prestigio».   Il Cavaliere lancia il messaggio del week end: siamo il governo della legalità. Ripercorre le grandi operazioni contro la 'ndrangheta in questa settimana e gli arresti e i colpi messi a segno negli scorsi mesi. «Mediante 589 operazioni, blitz delle forze dell'ordine sono stati eseguiti 6286 arresti, avete capito bene sono 6286 i presunti appartenenti ad organizzazioni criminali che sono stati arrestati, sono stati tratti tra questi in arresto 388 latitanti, tra cui 26 dei primi 30 latitanti ritenuti i più pericolosi e sono stati sequestrati beni per oltre 13 miliardi di euro. Risultati straordinari». Quindi il presidente del Consiglio guarda avanti: «Con lo stesso impegno, il nostro governo – ci piace chiamarci governo del fare - continuerà a lavorare nei prossimi tre anni per realizzare fino in fondo il programma su cui ci siamo impegnati con gli elettori appunto durante la campagna elettorale e quindi nel nostro programma elettorale». Un concetto, quest'ultimo, ribadito più volte nel corso del messaggio. Come se volesse convicere (e convincersi) che il governo, nonostante tutto, andrà avanti fino alla scadenza naturale. Ricorda i provvedimenti più importanti, quello che è stato fatto a L'Aquila. Quindi ribadisce: «E presto condurremo in porto la nuova legge per ridare agli italiani la libertà di usare il telefono senza correre il rischio di vedersi pubblicate sui giornali le proprie vicende private, come succede ora. Abbiamo infine già in cantiere la grande riforma della giustizia e quella del fisco, con la determinazione di ridurre la pressione fiscale». Invita come al solito a non credere ai giornali: «Loro ed i loro giornali, che continuano con le chiacchiere, gli insulti, le calunnie, i falsi teoremi per cercare di infangare e di indebolire un governo che lavora, concretamente e bene, nell'interesse di tutti gli italiani». In Consiglio dei ministri ripete quello che già aveva detto la settimana scorsa e cioé che non andrà in vacanza, continuerà a lavorare e si occuperà della riorganizzazione del partito. C'è anche un altro messaggio fatto filtrare ed è quello di evitare accuse ai finiani e soprattutto a Fini.   Cicchitto era arrivato a offrire un riconoscimento dell'esistenza di una corrente che invece era stata decisamente negata dall'ordine del giorno votato a larga maggioranza dalla direzione nazionale del Pdl di aprile. Più giorni passano e più la strada dell'accordo programmatico con il presidente della Camera diventa necessario per Berlusconi. Fini lo sa e ora è lui a fare melina, il gioco che indubbiamente gli riesce meglio.  

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