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"Verdini e Cosentino coordinatori balneari"

Nicola Cosentino

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«Cosentino è un coordinatore balneare, nel senso che farà la stagione estiva». Lo ha detto Italo Bocchino, vicepresidente dei deputati del PdL, ieri a Omnibus su La7. «Quando a settembre Berlusconi rimetterà mano al partito - ha spiegato Bocchino - sarà evidente che il partito in Campania non può essere rappresentato da chi dovrebbe essere interlocutore di un presidente della Regione che ha cercato di colpire così duramente con un'operazione di dossieraggio». E dopo aver esteso il ragionamento anche al coordinatore nazionale del PdL Denis Verdini, ha proseguito: «Anche Verdini penso sia un coordinatore balneare. Sono convinto - ha concluso Bocchino - che Berlusconi responsabilmente troverà una soluzione alternativa, perché capisce che c'è incompatibilità sostanziale tra il periodo difficile che Verdini dovrà affrontare, dal punto di vista mediatico e giudiziario, con la guida del partito». Immediate le reazioni all'interno del Pdl. «Anche oggi (ieri, ndr) l'on. Bocchino, rivolgendosi a Verdini e Cosentino senza alcun rispetto definendoli "coordinatori balneari" ha potuto fare la sua solita provocazione, tesa ad alimentare le divisioni e le polemiche all'interno del nostro movimento politico - ha detto Manuela Repetti, parlamentare del Pdl - . L'unico risultato delle provocazioni di Bocchino è di far male al Pdl, ma anche e soprattutto a Fini».   Intanto, "Il Predellino", quotidiano online del Pdl, ha pubblicato un editoriale di Antonio Cianci sullo stato di salute del governo e del partito del Popolo della Libertà che accusa di «squallida» invidia e di «giustizialismo ipocrita» Fini e Bocchino, anche alla luce di alcuni «casi» che li hanno riguardati (il contratto Rai della suocera per il presidente della Camera, il caso Telekom Serbia per il leader di Generazione Italia). «Il Governo Berlusconi - scrive Cianci - è in ottima forma, come dimostrano i successi che miete in casa e all'estero. Il partito no. Il partito è indebolito da chi, invidioso per i successi del governo, vuole "rompere" il partito per indebolire l'immagine di Berlusconi». Replica il finiano doc, Fabio Granata, deputato Pdl: «Se si rompe il Pdl non è che poi possiamo restare con Berlusconi, c'è un altro spazio politico in cui collocarsi con le forze conservatrici, e non è un'area di centro. Per noi non sarebbe una tragedia, può anche darsi che l'Italia funzioni meglio. Se nel Pdl non arriva una svolta c'è il rischio fortissimo che si vada alle elezioni nella primavera del 2011».

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