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I colleghi increduli tra speranza e dolore

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.Sono in pochi all'Unicredit nel turno pomeridiano: l'atrio dello storico palazzo De Carolis in via del Corso 307 è praticamente deserto. Agli sportelli in legno solo due impiegati accolgono i clienti. Negli uffici un capannello di persone parla a bassa voce. Sulle scrivanie «Il Tempo» che racconta il mistero della scomparsa di Anna Maria Tarantino. Non erano colleghi diretti dell'impiegata con la passione del giornalismo, ma la conoscevano tutti. Gentile, sempre elegante, come il palazzo che ogni giorno l'ha vista entrare. La sua stanza è su un corridoio circondato da cassaforti. Anna Maria si occupava dell'esposizione delle aste. La stanza è chiusa a chiave, nessuno pensa ad aprirla. I colleghi più vicini ad Anna Maria non ci sono, sono stati chiamati dai carabinieri per cercare di fare luce sulla vita della donna. Uno dei responsabili dice che Anna Maria «ha lavorato tranquillamente fino a sabato pomeriggio. Il lunedì siamo chiusi, mentre martedì non si è presentata a lavoro, abbiamo chiamato sul cellulare che dava staccato - ricorda - ma non ci siamo preoccupati più di tanto, pensavamo magari a un piccolo malore. Mercoledì mattina, non vedendola ancora abbiamo mandato un nostro collega che, insieme all'ex fidanzato si, è recato sotto casa sua». Adesso tutti restano in attesa di notizie, con la speranza che siano ben diverse da quelle che tragicamente si profilano in queste ore.

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