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Terzo polo, roba da illusionisti

PierFerdinando Casini

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  Fini rischierà pure di fare «la fine di Rutelli», come ha detto il premier. Ma Berlusconi «rischia di fare la fine di Bersani», replicano i finiani. È l'ultimo segnale del disagio che c'è nel Pdl e in fondo anche del buon rapporto dei finiani con il leader di Api, Rutelli. Le parole magiche sono «terzo polo». Se ne parla da tempo ma ancora non ce n'è traccia. Nell'immaginario più o meno collettivo sarebbe un progetto in grado di unire i moderati in cerca di autore. Quelli che hanno fatto un pezzo di strada con Berlusconi ma se ne sono pentiti e quelli che si sono tenuti alla larga dal premier ma condividono i valori centristi. Anche ieri i finiani sono stati chiari: elogi a Berlusconi, «grande personalità politica», ma anche un avvertimento. Se non cambia marcia, il premier rischia di diventare «capo di un partito che ha più dirigenti che idee». Quanto al futuro di Gianfranco Fini, «non sarebbe un insulto» fare «la fine di Rutelli» perché l'ex leader della Margherita «ha avuto il coraggio di preferire la politica rispetto al potere». Tutto nero su bianco nell'editoriale di Sergio Talamo sul sito di FareFuturo. «Silvio Berlusconi è una grande personalità politica. Chi in questi 15 anni ha pensato il contrario - che fosse un improvvisatore, un avventuriero, un illusionista o persino un criminale - ha costruito la sua sciagura elettorale». E «proprio perché è un politico e non un mago unto dal Signore, Berlusconi può vincere e perdere secondo il ciclo di tutti i politici. Si vince quando si promettono cose che si mantengono. Si perde quando si dimostra di essere un bluff». «Oggi il premier - prosegue l'editoriale - è colui che litiga con il suo ministro dell'Economia perché questi ha detto ai governatori del Mezzogiorno la verità, e cioè che chi non sa spendere né i fondi Fas né i fondi europei non può piagnucolare per i tagli del governo», colui che impone al Paese una legge sulle intercettazioni (...)», che «lascia che il suo Ghedini lesioni i rapporti con il Quirinale usando frasi insultanti all'indirizzo del Presidente», che «nomina ministro un tizio con varie pendenze penali senza che nessuno sappia poi difendere questa scelta - neppure Gasparri e neppure Bondi - creando sgomento nel paese e irritazione persino nel suo alleato Bossi», «colui che lascia dire ai leghisti corbellerie antinazionali che creano un disagio crescente e palpabile». Il fantomatico terzo polo sembra avere (quasi) la strada spianata. Il primo a puntarci sarebbe il presidente della Camera Gianfranco Fini che negli ultimi anni ha dato una netta sterzata alla sua storia. Poi c'è Pierferdinando Casini, il leader che ha «azzerato» l'Udc aprendo un contenitore più grande. Quel Partito della Nazione che dovrebbe catalizzare le anime moderate del Paese. Il terzo pilastro sarebbe Luca Cordero di Montezemolo. L'ex presidente di Confindustria lo dice ogni volta che glielo chiedono: alla politica preferisco la Ferrari. Ma chi gli sta vicino è convinto che sia soltanto una questione di tempo. Poi ci sarebbe Francesco Rutelli. Uscito dal Pd senza riuscire a spaccarlo, la sua Alleanza per l'Italia non naviga nell'oro ma resiste. L'ex sindaco di Roma ha chiuso un paio di apparentamenti da brivido (con i democristiani di Publio Fiori e i liberali di Zanone) e ora veleggia verso il Partito della Nazione di Casini. Anche se pure lui, come Montezemolo, ha un problema di tempi. Né troppo presto che rischia di finire suddito degli ex Udc, salvando magari soltanto un paio di poltrone, né troppo tardi da perdere il treno dei moderati. Eccoli i quattro moschettieri dell'ipotetico terzo polo che sarebbe il futuro del Paese dopo (o magari anche durante) l'era Berlusconi. Accanto a loro ci sarebbe una galassia di partitini e politici delusi dal Pdl. Moderati rimasti senza casa. A cui aggiungere il Movimento per l'Autonomia di Raffaele Lombardo. Così si arriverebbe a un partito rilevante, che potrebbe valere anche quattro volte l'Udc. Ma la matematica non c'entra niente con la politica e il terzo polo rischia piuttosto di unire debolezze e vecchi personaggi in cerca d'autore e senza consensi. Mentre, aspettando il declino di Berlusconi, il tempo passa. Inesorabile anche per i moschettieri.

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