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Mimun: "Mentana? Si preoccupi Minzolini"

Clemente Mimun alla direzione del Tg5

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Clemente Mimun, il digitale terrestre ha ridimensionato gli ascolti dei tg, con Mentana al tg de La7 temete nuove emorragie?  «L'avvento del digitale terrestre ha spalmato almeno 10-12 punti di share nella miriade di nuovi canali, a beneficio, soprattutto, di quelli dedicati ai bambini». E come mai? «Gli esperti sanno che siamo entrati in una fase nuova e molto diversa della televisione tra digitale e pay. Siamo in piena rivoluzione».   E questo come incide su di voi? «I nostri ascolti alle 13 sono eccellenti e, nonostante la flessione subita dai due tg delle ammiraglie, e il robustissimo effetto traino del mondiale sul Tg1, il nostro telegiornale della sera conferma tutta la sua solidità».   E Mentana? «Una recentissima ricerca lo indica come il conduttore preferito dagli italiani, ma lo stesso studio afferma che il Tg5 è il telegiornale più apprezzato nel nostro Paese». Quindi? «Mi auguro che Enrico, mio amico di sempre, abbia un grande successo a scapito di altre nostre vecchie conoscenze, Minzolini e Carelli».   Auspici a parte non temete che Mentana vi rosicchi punti preziosi? «Io guardo a quel che faccio in casa mia. Per me il ritorno di Enrico alla guida di un telegiornale può rappresentare uno stimolo a fare meglio e ad impegnarci ancora di più. Se hai una base del 23-24 per cento quando guadagni un punto di share fai un miracolo. Se parti dal 2,7, come nel caso del tg de La7, è possibile una crescita anche del 50 o 100 per cento che si tradurrebbe, comunque, in un 4-5 per cento di share complessivo». Le nuove sfide chi avvantaggeranno? «Dalla competizione più serrata dovranno guadagnare i telespettatori. Io sono sicuro di un paio di cose: facciamo un ottimo telegiornale e sapremo fare anche meglio». Dunque nessun timore? «Il nostro concorrente è il Tg1 che conosco bene e ho realizzato con ascolti eccellenti. Minzolini ogni tanto carica sui distacchi, senza soffermarsi sul contesto, ad esempio il preserale o i mondiali, e in questo sbaglia. In quelle condizioni l'ammiraglia Rai dovrebbe essere tranquillamente sopra il 30 per cento...».   Polemico eh, ma cosa invidia al Tg1? «Se avessi voluto polemizzare sugli ascolti avrei potuto divertirmi parecchio, ma non è mio costume. Quanto a cosa invidio, francamente nulla. Se non l'eccellente capacità del vicedirettore Claudio Fico, ma ho preso con noi Andrea Pucci, altro straordinario professionista. Mi piacciono due-tre giornalisti di valore del Tg1, che ora vedo, però, un po' ai margini (per cui non ne farò i nomi) e Laura Chimenti, che ha iniziato con me e che avrei portato al Tg5 già tre anni fa. Comunque lei serve più al Tg1 che al Tg5. Da noi ci sono conduttrici brave, esperte e solari, al Tg1 delle 20 non ce n'erano». Ha in mente novità? «Stiamo lavorando alla nuova casa del Tg5, lo studio, la grafica, un modo nuovo, più moderno, di realizzare i servizi, utilizzando davvero tutte le possibilità tecnologiche ed i media presenti sul mercato...». E poi?   «Ho tre desideri. Il primo è far partire alle 20 in punto il Tg5, dopo il segnale orario, per evitare che i nostri telespettatori perdano i titoli. Magari potranno usare il count down per rimettere l'orologio come si faceva un tempo...». E poi?   «Vorrei che il tg delle 20 diventasse fruibile anche da chi sente poco o nulla, utilizzando la pagina 777 di mediavideo. L'ho fatto anni fa al Tg1 e mi è sembrata una iniziativa socialmente molto importante...». L'altro desiderio?   «Ancora 5-6 giovanissimi in redazione e un po' di formazione per "vecchi" e nuovi, a cominciare dal digitale...». Con l'azienda come va? «A differenza di quel che ho vissuto nei miei 21 anni di Rai, a Mediaset si guarda esclusivamente al lavoro ed ai risultati. Fedele Confalonieri è da sempre un punto di riferimento sicuro per tutti, Pier Silvio Berlusconi ci è sempre stato vicinissimo ed è proiettato con successo su vecchi e nuovi business, Giuliano Adreani è un vero e proprio mago nella pubblicità e un osservatore attento di tutto quel che accade in tv...». Il settore dell'informazione Mediaset cresce di anno in anno anche sul piano della produttività... «È vero, ma qui il vostro interlocutore non sono io, ma Mauro Crippa, il direttore generale. Io ero favorevolissimo ad un programma del mattino, ma a realizzarlo è stato lui, mettendo alla frusta Unomattina. Poi ha voluto sperimentare Pomeriggio5, altro successo, così come Domenica 5, Terzo grado e tanti altri prodotti». Lei dirige telegiornali dal 1994, è l'unico ad aver guidato Tg2, Tg1, Tg del Parlamento e Tg5. Non si è ancora stancato? «Finché non si stancheranno i telespettatori non credo. Quanto al futuro ho intenzione di lavorare ancora molto e a lungo, perché ne ho voglia, perché lo faccio con onestà e grande passione». Lei ha due figli, seguiranno la sua strada? «No, Simone studia medicina, Claudio è un musicista nato. È giusto che provino a realizzare i loro sogni, né io, né mia moglie, li ostacoleremo...».

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