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Il pm: "Preso in giro da Brancher Non c'è nessun legittimo impedimento"

Aldo Brancher

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"Mi sento preso in giro da Brancher che oggi doveva essere in aula. Non c'è nessun legittimo impedimento". Usa toni duri il pm Eugenio Fusco, che rappresenta l'accusa nel processo in cui il neo ministro Aldo Brancher è imputato per appropriazione indebita e ricettazione, nell'ambito di uno stralcio della inchiesta sulla scalata di Bpi ad Antonveneta. Il pubblico ministero ha parlato di "lacune" nella certificazione con cui la presidenza del Consiglio attesta il legittimo impedimento di Brancher. QUALI SONO LE DELEGHE? - "So che Brancher è un ministro senza portafoglio - ha spiegato Fusco - ma non so con quali deleghe perchè nel documento della Presidenza del Consiglio non ci sono scritte: come posso immaginare i suoi impegni istituzionali non rinviabili? Che abbia almeno la bontà di precisare quali sono le sue deleghe".  Quindi, il pm, pur sottolineando l'incostituzionalità della legge rispetto agli articoli 3 e 138 della Costituzione, ha spiegato di non voler chiedere la trasmissione degli atti alla Consulta, ma di ritenere che il processo debba proseguire perchè non vi è nessun legittimo impedimento di Brancher. "Eravamo d'accordo che il processo si sarebbe fatto a luglio, con sacrificio da parte di tutti, a cominciare da me", ha sintetizzato. Prima di lui aveva parlato uno dei legali del neoministro, l'avvocato Filippo Dinacci, il quale aveva ribadito il legittimo impedimento del suo assistito.  

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