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Il flop dell'Italia preoccupa gli sponsor

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Ipartner commerciali degli azzurri, dopo le deludenti esibizioni della squadra in Sudafrica, sono davanti ad un bivio: possono interrompere l'abbinamento del proprio brand alla Nazionale, oppure dare fiducia al nuovo corso Prandelli. Il 31 dicembre 2010 scadranno i contratti di sponsorizzazione, la Figc pertanto ridiscuterà gli accordi per il prossimo quadriennio, ma anche il minimo garantito dall'advisor, che attualmente è di 4 milioni (ma potrebbe salire a 7). I rapporti tra i colori azzurri e le aziende che spendono il proprio nome sono regolati in due modi: la sponsorizzazione diretta ed il contratto di fornitura. Il tutto passa dalle mani di Rcs, che svolge il ruolo di advisor della Figc nella gestione dei diritti commerciali e di marketing per il quadriennio 2006-2010. La sponsorizzazione ha una leva fondamentale nella visibilità, per cui è del tutto palese che la permanenza dell'Italia nel torneo mondiale avrebbe prodotto per le aziende un ritorno maggiore in termini di riconoscibilità. A Casa azzurri, la vetrina degli sponsor e dei prodotti che recano il marchio italiano, la notizia dell'eliminazione della Nazionale è stata ovviamente accolta con delusione ed ha procurato un danno economico non quantificabile. La cospicuità del flop è palpabile nello scintillante baraccono che sorge tra Centurion e Irene, fra Johannesburg e Pretoria. «La situazione non è allarmante: gli sponsor, circa una ventina, hanno già coperto la spesa - fa notare Giangi Lo Faro, responsabile di Casa azzurri - anche perché lo stesso era accaduto agli Europei del 2004: anche in quella circostanza, l'Italia era stata eliminata prematuramente e, allora come oggi, noi eravamo andati avanti». Uno spicchio d'Italia continuerà a pulsare nel cuore del Sudafrica fino all'11 luglio prossimo, giorno della finale. L'operazione «Casa Azzurri», allestita sotto l'egida della Figc, è costata poco meno di 3 milioni di euro, ma la spesa è interamente coperta dalle ditte che espongono i propri prodotti.

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