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Berlusconi gela la Merkel

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Siapre una crepa fra Italia e Germania sul fronte della tassa sulle transazioni finanziarie a livello europeo. Non usa mezzi termini il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, verso una misura nei cui confronti l'Italia è stata da sempre molto fredda, al contrario della Germania, sostenuta anche dalla Francia, che ha sempre caldeggiato tale forma di imposizione anche solo a livello europeo. La tassa sulla finanza è «ridicola», ha spiegato Berlusconi, intervenendo telefonicamente al debutto della Fondazione Liberamente e sottolineando di credere di «aver reso un buon servizio al mio Paese e anche all'Europa con il veto sulla tassa sulle transazioni finanziarie» che riguardasse solo quelle effettuate sulle Piazze del Vecchio Continente. A giudizio del premier, questa imposizione «se fosse stata approntata solo dall'Unione Europea e non dagli altri grandi Paesi avrebbe spostato negli Usa e in altri Paesi» la mole delle transazioni finanziarie internazionali. Berlusconi fa riferimento al pressing esercitato dall'Italia in sede di Consiglio Europeo, con il risultato di portare all'attenzione del G20, e quindi da un livello europeo ad un contesto mondiale, il tema della tassa sulla finanza. La posizione del presidente del Consiglio è però comunque in netta antitesi con quella delineata dal cancelliere tedesco, Angela Merkel, proprio in occasione dell'ultimo Consiglio europeo della settimana scorsa. Non è un caso, quindi, che ieri non si sia fatta attendere la reazione di Berlino, affidata alle parole di un portavoce del Governo, che ha evidenziato come «le conclusioni sono state approvate da tutti i capi di Stato e di governo del Consiglio europeo», senza nessun veto di sorta.

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