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Il Sud fa la secessione. Da Errani

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Il presidente della Conferenza Stato-Regioni Vasco Errani

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La Manovra spacca le Regioni. E quelle del Sud danno il via alla secessione. Da Errani. Sembrava tutto perfetto: un presidente di sinistra eletto con i voti del centrodestra, una sequenza interminabile di apprezzamenti per quel Vasco Errani appena riconfermato a capo della Conferenza delle Regioni, eppure è bastata la manovra economica del governo per mandare tutto all'aria. E così quello che il 28 maggio scorso sembrava un quadretto idilliaco, l'altra sera ha iniziato a sgretolarsi. Tutto ha avuto inizio quando Errani, dopo aver analizzato la Manovra con i colleghi presidenti e dopo aver attaccato il governo definendo il testo del decreto legge «irricevibile perché pesa per oltre il 50% sulle Regioni che stanno facendo la loro parte nella lotta agli sprechi», si è trovato a dover affrontare la spaccatura. Basilicata, Campania, Calabria, Molise e Puglia infatti avevano preparato un documento di cinque fogli intitolato «Valutazioni relative alla Manovra» nel quale i governatori di quelle Regioni propongono sei emendamenti al decreto legge. E, guarda caso, tutte e sei le proposte di modifica sono finalizzate a difendere il Mezzogiorno dai tagli proposti dal governo. Così ecco la campagna in difesa dei fondi Fas che secondo quanto stabilito dalla Manovra subirebbero una riduzione lineare del 10% nei prossimi 10 anni. Un taglio che, come riporta il documento, sarebbe quantificato in 2,5 milioni di euro per il prossimo triennio. E allora come evitare la penalizzazione? Basta scrivere un emendamento che aggiunga all'elenco delle eccezioni dei fondi da tagliare anche «la missione sviluppo e riequilibrio territoriale» e il gioco è fatto. Poi poco importa se quei 2,5 milioni di euro bisognerà andare a trovarli da qualche altra parte, la cosa che è indispensabile è che non si sottraggano al Sud. Altro punto controverso è quello delle zone a "burocrazia zero". L'articolo 43 della Manovra infatti istituisce delle aree nel Meridione dove si vorrebbe eliminare la burocrazia per favorire nuove iniziative produttive. E anche questo non piace ai governatori del Sud che ne criticano la loro formazione sostenendo che «la previsione - riporta il documento - apre di fatto rilevanti dubbi interpretativi e, nella misura in cui tali interpretazioni conducano a ritenere abolite le "vere" Zone franche, (...) vanifica uno sforzo durato anni in favore di uno strumento potenzialmente utile, in particolare per il Mezzogiorno». E allora ecco pronto un altro emendamento che, logicamente, vada nella direzione di mettere al sicuro il Sud. Tutte proposte sulle quali il presidente Errani aveva già dato dimostrazione di volersi battere ma, evidentemente, non è riuscito ad essere così convincente da evitare che quei governatori del Sud cercassero la rottura mettendo nero su bianco le loro richieste. E, ironia della sorte, la secessione si stava consumando nelle stesse ore in cui il presidente Errani annunciava: «Mai come in questo momento è necessario che l'azione della politica sia ispirata alla solidarietà e all'unità».

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