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"Cacciate a calci i vecchi politici"

Romano Prodi

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I giovani si facciano largo «cacciando a calci» i dirigenti attuali, perché «il politico di mestiere non può lasciar spazio ad altri». L'ultima tegola sul Pd la lancia l'ex premier Romano Prodi. Il professore non usa mezzi termini e ricorda che i giovani «non bisogna cercarli» ma «debbono saltar fuori». Cioè sono loro che devono conquistarsi il posto. L'invito di Prodi non è certo casuale. Pochi giorni fa il governatore della Puglia Nichi Vendola ha annunciato di voler partecipare alle prossime primarie del centrosinistra mentre nel Pd si parla di un calo di consensi per l'attuale segretario Bersani e di un possibile ritorno di Walter Veltroni, che giovedì ha presentato la «sua» scuola di politica. L'ex premier parla a Repubblica tv e sprona il Pd al ricambio generazionale. Bisogna «scrostare le cose», serve «una banda di ragazzotti che si mette assieme e si fa largo», dice Prodi. Se i giovani scalzassero i vecchi sarebbe «un godimento fantastico», aggiunge. L'ex premier smentisce di voler tornare in campo ma benedice le primarie: «Sono contento del fatto che si affermi un principio giusto, per scegliere il candidato premier serve una partecipazione molto larga».  Ma di un suo nuovo impegno politico nemmeno a parlarne: «Visto che mi chiamano professore - dice Prodi ai giornalisti di Repubblica tv - io continuo a insegnare, c'è un ruolo nella società che è quello che sto facendo adesso. I ruoli politici li ho coperti quando mi sentivo, ho vinto due volte le elezioni, due volte non sono andate bene, si è interrotto uno sforzo». Ora per l'ex presidente del Consiglio «è giusto che altri facciano questo mestiere diretto, io continuo in altro modo». Sottolinea che ha «enorme fiducia nei giovani, vedrete che qualcuno salta fuori», ripete. Ma devono fare la loro parte, senza aspettare di essere «sistemati» dai padrini politici. Lo ripete a chiare lettere: «Il politico di mestiere non può lasciare spazio agli altri. Deve essere cacciato a calci, succede così in tutto il mondo». Gli esempi non mancano. Fin dalla Divina Commedia: «Quando lo fece papa Celestino V, Dante gli disse che "per viltà fece il gran rifiuto". Perfino Dante affermò che il potere te lo devono far abbandonare, non lo devi abbandonare». «In certi casi un po' di saggezza non guasta», chiosa Prodi, ma poi sottolinea la differenza tra l'età dei leader italiani e quella del neopremier britannico David Cameron. E se Prodi è «preoccupato» della situazione italiana, a cominciare dalla legge sulle intercettazioni, ribadisce di avere speranza nei giovani: «Credo anche che ci siano scatti in un Paese, la forza nei momenti più strani salta fuori. Parlavo l'altro giorno con Kohl dicendo: "Insomma, la politica europea...". E lui ha risposto: "Ho incontrato dei ragazzi che hanno capito che bisogna cambiare completamente pagina. Contiamo su quei ragazzi"». Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, replica a denti stretti: «Credo che ci sia un'esigenza di rinnovamento, bisogna che ce ne incarichiamo un po' tutti. Io ho fatto una segreteria che è tutta di quarantenni». In Sardegna per sostenere i candidati del Pd ai ballottaggi per le amministrative, Bersani ha aggiunto di avere «segretari regionali che all'80% sono dei quarantenni, abbiamo diecimila amministratori: ottomila sono tra i 30 e i 40 anni». Ma ha anche precisato: «È molto difficile nei meccanismi di comunicazione. Cominciamo da settembre, quando arrivano i talk show e le trasmissioni televisive, a fare in modo che chi dirige i grandi meccanismi dell'informazione inizi a lasciare fuori un po' la generazione di prima e a fare vedere un po' di facce nuove, così ci diamo una mano tutti». Sulla scia di Prodi i quarantenni Debora Serracchiani e Francesco Boccia che spingono i giovani ad avere più coraggio.

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